Martedì 16 Dicembre 2008 - Libertà
Viaggio nel quartiere dei Landi
Presentato l'ultimo volume della guida al "Centro storico"
Iniziata nel 2005, l'ampia e meticolosa guida al Centro storico di Piacenza di Giorgio Fiori, pubblicata dall'editrice Tep, è giunta al compimento con il sesto e ultimo volume, Il quarto quartiere di Piacenza dei Landi o di San Lorenzo, presentato ieri all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano dallo storico dell'arte Ferdinando Arisi e dallo stesso autore.
Per Arisi il pregio dell'impegnativo lavoro di Giorgio Fiori sta proprio nell'aver fornito strada per strada, palazzo dopo palazzo, chiesa dopo chiesa, un'informazione dettagliata sui passaggi di proprietà, oltre a una documentazione fotografica che consente di prendere visione di affreschi e decorazioni finora ignoti, in diversi casi, agli stessi storici dell'arte, per la collocazione delle opere all'interno di edifici privati. «E' un'impresa che ha dell'incredibile», afferma Arisi, che evidenzia come, sfogliando il libro, accanto alle notazioni frutto delle decennali ricerche negli archivi compiute da Fiori, «ogni tanto salti fuori la pagina curiosa, con i pettegolezzi del tempo».
Il quartiere preso in considerazione è quello nord-est della città, delimitato dal corso fino al monumento ai Pontieri, poi il viale che porta alla stazione fino alla Lupa, via Scalabrini e via Sant'Antonino. «Il palazzo più importante - afferma Arisi - è quello Anguissola di Grazzano, in via Roma», che nella sua lunga storia ospitò anche sontuosi ricevimenti, di cui Fiori cita il gran ballo del 1806 in onore del generale Junot, «che era venuto a domare la rivolta dei montanari piacentini», e la festa del 1808 per il principe Camillo Borghese, cognato di Napoleone Bonaparte e governatore dei Dipartimenti transalpini.
Sulla tragica morte dell'ultimo rappresentante degli Anguissola di Grazzano, Filippo, viene fornita una versione che si discosta da quella secondo cui il conte, pioniere dell'agricoltura moderna, finì per disgrazia tra gli ingranaggi di una trebbiatrice. Fiori scrive che vi venne invece gettato dai contadini di Grazzano. La madre di Filippo, Francesca detta Fanny, nata Visconti di Modrone, lasciò l'ingente patrimonio ai nipoti del casato milanese, oltre a numerosi legati in beneficenza, a favore anche dell'Istituto "Gazzola", che ereditò così i due quadri di Gaspare Landi con le gesta di Ettore.
I Visconti piacentini, famiglia da tempo estinta e alla quale appartenne l'unico papa nostro concittadino, Gregorio X, abitavano - precisa Fiori - nel quadrilatero compreso nel complesso della Casa Madre delle orsoline. La consorteria che viene associata al quartiere è però quella dei Landi, dal XII secolo tra le più influenti della città e del contado, nelle valli del Taro e del Ceno.
In via Roma, un altro edificio imponente è il Pio ricovero "Maruffi", che prende nome dal benemerito fondatore, il conte Carlo Luigi Villa Maruffi, del quale Fiori racconta anche le tribolate vicende matrimoniali. «La città - sottolinea Arisi - emerge non solamente nelle sue architetture, ma nei suoi umori, con particolari che non si sapeva esistessero, come in via Capra un edificio denominato in passato "Corte del Vituperio"».
ANNA ANSELMI