Martedì 30 Dicembre 2008 - Libertà
Sabato su Libertà Ettore Gotti Tedeschi la lanciato la proposta di costituire a Piacenza un "Monte di Pietà" per tutelare i più deboli, per fronteggiare la crisi
Sabato su Libertà Ettore Gotti Tedeschi la lanciato la proposta di costituire a Piacenza un "Monte di Pietà" per tutelare i più deboli, per fronteggiare la crisi. Dopo i primi sì di Fondazione, Confindustria e Cariparma ecco l'intervento del segretario della CGIL di Piacenza
Ho seguito con molta attenzione la proposta lanciata dall'economista Gotti Tedeschi su Libertà attorno alla creazione del Monte di Pietà per gli indigenti sul territorio, come del resto le successive prese di posizione di istituti di credito, della Confindustria e della Fondazione. La proposta, secondo il mio punto di vista, assomiglia ad un gesto filantropico.
Che nelle intenzioni dovrebbe fronteggiare, in parte, una situazione "eccezionale" di crisi. Situazione che è stata fotografata con dati oggettivi dal centro studi Ires-Cgil nella cui ultima pubblicazione viene denunciato come i redditi siano del tutto inalterati a fronte di una inflazione che cresce e della tassazione ulteriore del fiscal drag. In questo momento, in pratica, i redditi da lavoro hanno perso terreno come il potere d'acquisto delle pensioni. Per la Cgil questi tasselli rappresentano delle (amare) conferme attorno all'allarme lanciato da diversi mesi dal sindacato dei lavoratori.
Per questo durante l'ultima discussione in seno alla Commissione di concertazione provinciale - unica cabina di regia rappresentativa delle parti sociali e datoriali in cui i soggetti hanno il polso della situazione reale sullo stato della crisi, e sul riverbero che questa ha sui cittadini tutti - ho proposto di allargare il tavolo a coloro che oggi ne sono fuori e che hanno gli strumenti per poter intervenire in modo incisivo: Fondazione, Camera di Commercio, Enti locali ed Istituti di credito.
Chi oggi è d'accordo con il Monte di Pietà, dovrebbe esser d'accordo anche con la proposta di creare un Fondo di concertazione provinciale per i redditi, per coloro che sono in Cassa integrazione e per coloro che non hanno ammortizzatori sociali come i lavoratori atipici, i collaboratori ed i precari.
E a tal proposito credo che sia a tutti di insegnamento la proposta dell'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi. La chiesa - che vive, "sente" la crisi attraverso il contatto con la gente - ha dimostrato di muoversi in risposta all'immobilismo del Governo con la creazione di un fondo di solidarietà. Un'iniziativa che può essere interpretata come una risposta anche alla creazione del Monte di Pietà.
Da tempo diciamo che il tavolo di Concertazione provinciale deve essere la cabina di regia deputata per affrontare questa situazione straordinaria, se non altro perché i soggetti che lo compongono vivono in tempo reale le conseguenze, gli effetti e l'evoluzione della crisi.
Ma il livello territoriale non è, e non sarà, sufficiente. Come non lo è il fondo di sostegno al reddito in deroga alla Cassa integrazione per i lavoratori atipici, deciso dal Governo.
Se qualcuno è d'accordo col Monte di pietà, non può non esser d'accordo sui bisogni espressi dalla Commissione provinciale di concertazione e ad un suo allargamento. Chiedo infine alla Provincia di farsi interprete e promotrice di un allargamento della Cabina di regia rappresentata dal Tavolo di concertazione.
GIANNI COPELLI
Segretario Generale Cgil Piacenza