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Sabato 6 Dicembre 2008 - Libertà

Piacenza e la sua storia economica

Presentato il primo dei quattro ponderosi tomi edito da Tipleco e curato da Luca Mocarelli
In Fondazione presentato il volume dedicato al periodo farnesiano

Piacenza - La Storia economica e sociale di Piacenza, impegnativo progetto varato due anni fa, articolato in quattro ponderosi tomi previsti entro il 2011, da ieri ha il suo primo volume, dedicato al periodo compreso tra il 1545, che segnò la nascita del Ducato, e il 1731, quando con la morte di Antonio Farnese, ultimo della dinastia, si aprì il problematico capitolo della successione. Il libro, oltre 300 pagine, di grande formato, è stato curato da Luca Mocarelli (Università di Milano Bicocca), intervenuto ieri alla presentazione all'auditorium Santa Margherita, insieme ad Alberto Cova, docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e presidente del comitato scientifico, Marco Cattini, docente dell'Università Bocconi di Milano, Leonardo Bragalini, della casa editrice Tipleco, promotrice di questa impegnativa iniziativa editoriale, Vittorio Anelli, direttore del Bollettino Storico Piacentino, e Giovanni Cattanei, dell'università di Milano e dell'associazione culturale Omnia Eventi, partner organizzativo della pubblicazione (e presso la quale ci si può rivolgere per informazioni, email: info@omniaeventi.net; tel. 0523.1871335).
Introducendo l'incontro, Bragalini ha ringraziato quanti hanno partecipato alla realizzazione dell'opera (in particolare il comitato scientifico e la Fondazione di Piacenza e Vigevano), ribadendo le finalità del progetto. La Tipleco aveva già provveduto a completare l'imponente Storia di Piacenza. Storia che in questo caso viene però affrontata specificatamente dal punto di vista economico, «colmando - ha precisato Cova - eventuali carenze rilevate soprattutto per quanto riguarda il Novecento e offrendo in generale una necessaria rilettura della storia economica e sociale della città e del territorio alla luce dei nuovi apporti storiografici».
Il docente ha richiamato il concetto fondamentale di come la storia non sia mai disgiunta dalla contemporaneità. Per esempio, conoscere i meccanismi delle fiere dei cambi, per le quali era celebre Piacenza nel Medioevo, può dire ancora qualcosa a chi si occupi di fenomeni finanziari e bancari, tanto di attualità in questi giorni. Tra i temi su cui nuovi approcci consentono di approdare a interessanti analisi, Cova ha citato inoltre lo studio del sistema manifatturiero nella prima età moderna, che può fornire spiegazioni sui processi di sviluppo del mondo bancario.
Del resto, ha evidenziato Cattini, il compito dello storico resta «avvertire i nostri contemporanei del perché sono come sono». Il primo volume della Storia economica e sociale, oltre alle premesse di Bragalini e Cova, comprende un saggio introduttivo di Mocarelli e i contributi di Luca Ceriotti (di inquadramento sullo stato dell'arte degli studi), Michela Barbot (sui cambiamenti prodotti dalla peste del 1630 sulla struttura economica locale), Giovanni Cattanei (sull'incidenza del settore militare sull'economia di Piacenza, piazzaforte strategica), Emanuele Colombo (sull'agricoltura, prendendo in considerazione gli estimi farnesiani del '500 e ulteriori fonti del 17° secolo per valutare come fosse cambiata la situazione prima e dopo l'epidemia del 1630) e Claudio Marsilio (sulle fiere dei cambi, approfondendone le vicende fino alla fine del '600).

Anna Anselmi

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