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Domenica 14 Dicembre 2008 - Libertà

Ricci Oddi, Anelli al timone:
«Il rilancio? Stavolta si può»

Eletto presidente. Prime priorità: organico, spazi e risorse

Volare alto, certo, perché la fase che si apre rappresenta un'opportunità per molti versi irripetibile. Nella consapevolezza, tuttavia, che nell'immediato tengono banco problemi molto contingenti, il fatto ad esempio che il servizio di pulizia lascia a desiderare e c'è da mettere mano alle modalità di gestione, che due dei tre custodi in organico andranno in pensione, che la perdurante assenza (per seri motivi personali) del direttore Stefano Fugazza non è priva di contraccolpi.
È con questi pensieri che Vittorio Anelli prende il timone della Ricci Oddi. All'unanimità ieri mattina il consiglio di amministrazione della galleria d'arte moderna di via San Siro lo ha eletto presidente. Su indicazione del Comune, da cui è stato designato così come Eugenio Gazzola, l'altro rappresentante di palazzo Mercanti insediatosi ieri nel cda.
«Abbiamo di fronte tutta una serie di normali problemi di gestione enfatizzati dall'assenza del direttore, ed è di questo che abbiamo parlato, rinviando alla prossima seduta le questioni di più ampio respiro sulla programmazione dell'attività». Così Anelli subito dopo il cda. Un'elezione preceduta da polemiche politiche nelle quali il neo presidente non intende più di tanto entrare (v. articolo a fianco), preferendo ragionare - seppur con riserva di approfondire meglio la situazione - del futuro della Ricci Oddi e di un rilancio dell'attività da tempo unanimemente auspicato ma rimasto sin qui lettera morta.
Che ora possa essere la volta buona è lecito pensarlo, secondo l'ex assessore alla cultura prima in Comune (giunta Vaciago: '94-98), poi in Provincia (2ª giunta Squeri: '99-2004): «Il dato interessante è la volontà del Comune - che è scritta negli atti, non enunciata solo a parole - di intervenire a sostegno della Ricci Oddi» su un duplice fronte che consiste, da un lato, nel piano triennale di mostre che l'amministrazione intende come primo volano della galleria in grado di farle intercettare, insieme a un maggior numero di visitatori, un più robusto flusso di risorse soprattutto private; e, dall'altro lato, nel potenziamento della dotazione strutturale grazie all'ampliamento nell'adiacente palazzo ex Enel di via Santa Franca che la Fondazione di Piacenza e Vigevano metterà a disposizione (l'obiettivo è dal 2011) in comodato d'uso.
È l'aspetto strutturale che al presidente preme sottolineare: «Quando si dice Ricci Oddi, si tende a pensare alle mostre, ma non dimentico che la galleria ha anzitutto bisogno di spazi. Per metterci servizi che mancano, quali biblioteche o i depositi che sono fondamentali». Fa degli esempi Anelli, come i molti stagisti che in questi anni il direttore Fugazza ha, «meritoriamente», fatto venire da Parma e che poi si sono trovati a lavorare in cinque sopra un unico tavolo; o come anche la mancanza di un ufficio per il presidente, «e per me che conto di essere un presidente presente stabilmente in galleria sarà bene forse rimediarne uno».
Ecco, allora, che il mai risolto dibattito se la Ricci Oddi sia una galleria solo di arte moderna o non anche di contemporanea merita di essere sviluppato, così come «la bellissima idea» di un grande spazio di documentazione sull'800, a patto però, osserva Anelli, che «prima si ponga la questione concreta degli spazi e delle risorse necessarie».
Priorità dunque sui problemi concreti, e tra questi c'è la pianta organica, oggi deficitaria. Occorrono risorse però. Il presidente conta che il Comune mantenga fede agli impegni presi. A tale proposito anche la questione dello statuto e della natura giuridica della galleria non è ininfluente: stabilire che la fisionomia dell'ente è pubblica può garantire maggiore facilità di afflusso di fondi pubblici. Anelli promette che non chiederà ulteriori pareri legali («Bastano quelli prodotti sin qui»); quanto a una modifica statutaria si dice disposto a ragionare, anche se «non mi sembra il problema decisivo».
Sono semmai le risorse un problema decisivo, si diceva. Dei soggetti rappresentati in cda solo il Comune è chiamato a finanziare la galleria, gli altri no, «ma allo stesso tempo nemmeno chi sta fuori è impedito di dare». L'importante, ribadisce il presidente, è riuscire a «creare le condizioni» di rilancio che la Fondazione chiede per ristrutturare e metterci a disposizione il palazzo ex Enel, così da non perdere le «opportunità» di sviluppo che in questa fase per la prima volta la Ricci Oddi ha davanti.

Gustavo Roccella gustavo.roccella@liberta.it

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