Giovedì 4 Novembre 2004 - Libertà
La matematica vista dall'ingegnere
Mercoledì della scienza - Ieri ultimo incontro alla Fondazione. Il processo decisionale per ottimizzare i sistemi
La matematica per esplorare la realtà attraverso gli occhi di un ingegnere. Perché l'ingegnere è sì colui che costruisce strabilianti macchinari, ma anche colui che organizza molti, moltissimi ambiti della nostra società. Dalle fabbriche alle reti commerciali, dalle pubbliche amministrazioni al mondo militare. Se n'è parlato ieri all'auditorium S. Margherita, durante l'ultimo appuntamento del ciclo "La matematica e la vita quotidiana" all'interno del programma di incontri "I mercoledì della scienza" (che riprenderanno il 25 marzo con la prima conferenza de "Le nuove frontiere della scienza"). "Fabbriche, sistemi, organizzazioni: come la scienza ha imparato a confrontarsi con la complessità del mondo moderno" è il titolo della lezione (organizzata dal dipartimento di matematica e fisica del liceo scientifico "Respighi", dall'associazione Amici del liceo scientifico "Respighi" e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano) tenuta da Ana Millàn Gasca, insegnante di storia dell'ingegneria industriale presso la facoltà di Ingegneria dell'Università di Roma "Tor Vergata" e storia ed epistemologia della scienza alla Scuola di specializzazione all'insegnamento secondario dell'Università dell'Aquila. Partendo dall'Illuminismo, percorrendo l'Ottocento della rivoluzione industriale e giungendo fino ai giorni nostri, si è riflettuto su come l'enorme sviluppo delle tecniche di programmazione matematica abbia portato oggi ad avvalersi di formulazioni matematiche per l'organizzazione e la gestione di un'incredibile varietà di sistemi. Le potenzialità di simili metodi di analisi sono identificabili negli strumenti per la comprensione della realtà che essi forniscono. Persiste però un rischio, e cioè che - in una sorta di ebbrezza da onnipotenza numerica - ci si illuda dell'efficacia assoluta dei calcoli, riducendo scelte importanti a semplici "equazioni", togliendo alle persone il loro ultimo e necessario ruolo decisionale. L'abilità dell'ingegnere sta nel capire i limiti del linguaggio puramente scientifico, ma proprio per questo anche nello sfruttarne al meglio le peculiarità. In particolare, la figura dell'ingegnere gestionale si dedica allo studio matematico del processo decisionale, affinché ogni aspetto del sistema venga ottimizzato. Un metodo di lavoro la cui origine si può collocare sul finire del '700, quando i primi ingegneri applicarono il loro sapere per massimizzare la realizzazione delle opere fortificazione. Ma che adesso si utilizza anche in politica (dalla competizione elettorale agli scenari bellici).