Mercoledì 8 Ottobre 2008 - Libertà
Perché Piacenza è capace di attrarre capitali e imprese
dalla prima pagina
Quindi Piacenza è capace di attrarre capitali e imprese: certamente nella logistica con i nuovi capannoni che hanno fatto diventare la nostra città polo nazionale del comparto; in generale per le acquisizioni esterne di imprese locali, come la Jobs o la Cassa di Risparmio; ma anche per i nuovi investimenti greenfield, oggi così ambiti perché rari nel tempo della corsa verso Cina e Estremo Oriente.
E sappiamo come il tema dell'attrazione di capitali oggi sia determinante in una fase del ciclo economico difficile, soprattutto con la crisi finanziaria americana, assolutamente inattesa per dimensione e pervasività, ed i dubbi sulla tenuta del sistema finanziario anche in Europa.
Ma come sta l'economia piacentina? Ne abbiamo discusso con i rappresentanti delle categorie economiche e sociali in un recente focus group tenuto all'Università Cattolica nell'ambito del progetto di Osservatorio Economico Provinciale promosso dalla Fondazione di Piacenza.
I dati statistici in nostro possesso sono ancora confortanti: le imprese continuano a crescere, anche se la natalità purtroppo è diminuita nel primo semestre dell'anno; le esportazioni salgono più velocemente della media regionale e nazionale e costituiscono davvero il polmone delle nostre aziende; la congiuntura di ordini e fatturato dell'industria ha segno positivo nei primi sei mesi dell'anno con l'eccezione dell'edilizia; infine la Cassa Integrazione Guadagni è cresciuta in termini percentuali elevati, ma con un impatto di ore concesse ancora contenuto.
Ma questi sono dati del primo semestre dell'anno, e l'economia cambia repentinamente. Allora i rappresentanti delle associazioni di categoria hanno rilevato come per i comparti industriali la crisi non abbia ancora evidenziato cali significativi delle vendite, mentre per l'artigianato locale e per l'agricoltura la stazionarietà sia prevalente. La sofferenza si osserva invece nel comparto del commercio, soprattutto quello al dettaglio, e delle costruzioni, in cui sembra davvero finita la bolla espansiva che durava già da un decennio.
Preoccupazione quindi, non allarme grave. Ma consapevolezza che il territorio, le imprese, gli enti pubblici debbano comunque attrezzarsi per fronteggiare il momento particolarmente incerto e rischioso.
Per questo la localizzazione di Dema a Piacenza e la sua iniziativa di oggi con un incontro sull'utilizzo del titanio nel settore dell'aeronautica, ai Casoni di Gariga presso la nuova sede, vanno salutate con vera soddisfazione. Ma vanno accompagnate da politiche di attrazione di investimenti e sostegno alle imprese locali ancora più convinte e consistenti.
Perché l'accoglienza di Piacenza verso persone e imprese deve diventare uno stile del nostro sistema territoriale. Come recita il rilievo in arenaria detto del Benvegnù, risalente alla prima metà del quattordicesimo secolo, in origine sopra una porta del castello di Montechiaro ed oggi a Palazzo Farnese. L'iscrizione in lettere gotiche sul sovrastante cartiglio è in volgare e si può leggere: Segnori vu sie tuti gi benvegnu /e zascaun chi che vera sera ben / begnu e ben recevu.
Paolo Rizzi