Lunedì 6 Ottobre 2008 - Libertà
L'organo dal cuore barocco
La preziosa lezione della svizzera Monika Henking
Piacenza - La Basilica di S. Anna ed il suo maestoso organo Sangalli di metà Ottocento hanno accolto, nella serata di sabato, il terzo appuntamento della Rassegna organistica internazionale a cura del Gruppo Ciampi, giunta quest'anno al significativo traguardo delle quaranta edizioni: dopo l'avvio spumeggiante dello scorso weekend, che ha visto esibirsi a Piacenza e a Cortemaggiore l'organista messicano Victor Urban, questo sabato è stata la volta della svizzera Monika Henking, esperta di musica antica e barocca e di strumenti storici, protagonista di un concerto dai toni e dai contenuti spiccatamente tradizionali.
Tre, infatti, i periodi storici contemplati dal vasto programma eseguito dall'artista: quello tardorinascimentale, ormai prossimo a sfociare nel barocco, di area spagnola (scuola che non ha mancato di influenzare la coeva produzione organistica italiana di compositori quali il napoletano Giovanni Maria Trabaci, autore della Gagliarda quarta proposta in sede d'apertura); il barocco italiano di Vivaldi e infine la letteratura organistica italiana di metà Ottocento, con il suo marcato carattere sinfonico. Unica- ma sempre molto apprezzata - , eccezione all'interno del programma, due corali (BWV 737 e 762) e una Fuga (BWV 733) di Bach, pagine in cui la rigorosa severità compositiva del sublime Cantor si stempera in momenti di pensosa, celestiale contemplazione.
Musicista di solida formazione, concertista brillante e per questo nota in tutto il mondo, la Henking ci ha offerto una preziosa lezione di interpretazione organistica: il suo stile esecutivo, sobrio ed elegante anche nella scelta dei registri, è stato sempre supportato da un pregevole nitore esecutivo, a sua volta frutto di una tecnica digitale ammirevole, che abbiamo apprezzato non solo nella splendida architettura melodica della Fuga sopra il Magnificat di Bach, ma anche nel frizzante Concerto VII in Fa Maggiore di Vivaldi nella trascrizione dello stesso Bach, spartito dall'andamento vivace e brioso e dalla scrittura raffinata e smagliante.
Ritornando invece alla sezione del concerto dedicata agli autori di origine iberica, all'organista svizzera spetta il merito di aver offerto un esaustivo benché rapido excursus fra i nomi in tal senso più significativi: Antonio De Cabezon (1510-1566) e Francisco Correa de Arauxo (1575-1654). Del primo la Henking ha eseguito le Diferencias sobre la Gallarda Milanesa, ovvero una serie di variazioni su di una Gagliarda, danza tipica italiana, probabilmente lombarda, risalente alla fine del XV secolo; del secondo, invece, due tenebrosi Tientos, forma strumentale originaria della Spagna (simile al ricercare) dal serrato stile contrappuntistico. L'ultima parte del concerto ha visto di scena il Rondò in Fa maggiore di Giuseppe Gherardeschi, che con la sua ritmica fortemente accentata ha rivelato un incedere quasi marziale (imputabile alla contaminazione con composizioni destinate alle formazioni bandistiche) e a seguire Due versetti per il Gloria di Vincenzo Petrali, brani dai riverberi sinfonici ma non alieni dalle medesime influenze del Rondò di Gherardeschi.
Pezzo di chiusura, l'Introduzione, Tema con Variazioni e Finale di Giovanni Morandi, ha invece mostrato suadenti affinità con la coeva produzione operistica italiana.
La Rassegna Organistica Internazionale, promossa dal Gruppo Ciampi con il patrocinio del Comune e della Provincia di Piacenza e del Comune di Cortemaggiore ed il sostegno del ministero dei Beni culturali, della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha ottenuto quest'anno un ulteriore, importante riconoscimento: l'alto patronato del Presidente della Repubblica.
Alessandra Gregori