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Martedì 7 Ottobre 2008 - Libertà

L'architettura rurale per recuperare l'ambiente

Ieri in Fondazione la presentazione del volume scritto da Tommaso Ferrari

«L'architettura rurale va salvaguardata, perché rappresenta la testimonianza ancora in vita delle origini dell'architettura, anche di quella urbana. I modelli dell'architettura rurale sono infatti i primi a essere comparsi nella storia». Da qui l'importanza di operazioni come il censimento dell'edilizia rurale che, per ora limitato ai Comuni del progetto Terre Traverse (Fiorenzuola, Alseno, Besenzone, Cortemaggiore, Monticelli, San Pietro in Cerro e Villanova), partirà tra poco e di cui ha parlato ieri Gian Piero Calza, docente di storia della città e del territorio al Politecnico di Milano, intervenuto all'auditorium della Fondazione insieme a Silvana Garufi, vicepresidente del nodo nord-ovest dell'associazione Ruralia, e a Domenico Ferrari, capo delegazione del Fai (Fondo ambiente italiano) di Piacenza, alla presentazione del libro L'architettura rurale della pianura piacentina di Tommaso Ferrari, edito da Tipleco. «Purtroppo - ha proseguito Calza - siamo di fronte a un patrimonio in rovina, dismesso per quasi l'80 per cento, con un recupero reso difficile dai notevoli costi economici». Una decadenza per certi aspetti «inevitabile, in seguito a fenomeni come la meccanizzazione dell'agricoltura e il cambiamento delle dimensioni del fondo agrario», ma per contrastare la quale sono a disposizione strumenti legislativi di carattere nazionale e regionale - ha evidenziato Calza, citando in particolare la legge 6/95 dell'Emilia Romagna. Sui contenuti del volume, Tommaso Ferrari ha spiegato come sia partito da una ricerca sul campo tramite fotografie e schedatura degli edifici, al fine di constatare la distribuzione sul territorio delle tipologie della casa a corte, nelle varie declinazioni: «Per esempio, ho notato nella zona di Carpaneto un'insolita concentrazione di cascine neogotiche, forse per l'influenza del gusto della villa di qualche aristocratico locale».
L'autore ha auspicato che il libro possa essere utile innanzitutto per gli agricoltori, «ai quali storicamente è affidata la tutela e che, conoscendo meglio i loro edifici, possono essere più responsabilizzati in caso di trasformazioni». Domenico Ferrari ha ribadito quanto sia fondamentale adesso difendere il paesaggio, che «in gran parte della pianura giace in stato comatoso, se non addirittura già defunto. E' una situazione alla quale le pubbliche amministrazioni devono porre un freno per evitare che il pericolo si allarghi ancora di più, coinvolgendo collina e montagna». La pubblicazione del libro è stata finanziata da Provincia, Coldiretti e Fondazione di Piacenza.

ANNA ANSELMI

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