Martedì 2 Novembre 2004 - Libertà
"Madonna con Bambino" in vendita
Il dipinto di Antonio De Caro nel '98 fu esposto alla mostra "Il Gotico a Piacenza" curato dalla Gigli. E' un prezioso dipinto del pittore piacentino del '400
La "Madonna col Bambino", dipinto su tavola a fondo oro del secondo decennio del '400, attribuito ad Antonio de Caro e con tale paternità esposto nel ristrettissimo numero di opere del maestro tardogotico piacentino alla mostra "Il Gotico a Piacenza" (1998), è ora in vendita sul mercato antiquario. Di colui che viene considerato dalla critica il pittore più importante della nostra città sullo scorcio del XIV secolo, Piacenza conserva solo pochi resti di affreschi. "L'eventuale acquisto da parte di enti, imprenditori illuminati o istituti di credito, in grado di rendere il quadro fruibile al pubblico, aggiungerebbe così - sottolinea Antonella Gigli, direttrice dei musei civici e curatrice della mostra sul Gotico a Piacenza - un notevole tassello alla lettura del passato artistico piacentino". Quest'ultimo è oggi ricostruibile soprattutto visitando le sale dei Musei Civici di Palazzo Farnese e le chiese, con qualche indispensabile puntata all'estero, a Dresda e a Parigi, per esempio. Nella capitale francese si trova infatti il capolavoro di Antonio de Caro, il polittico "Madonna con il Bambino e Santi", l'unico datato con certezza (1398) e di mano del maestro come indica l'iscrizione sulla predella: "MCCCLXXXXVIII ANT(ONIUS) DE CARRO PINXIT". Dell'esistenza di Antonio de Caro (o de Carro) sono assodate poche altre notizie, desunte da documenti di carattere giuridico-amministrativo. La biografia del pittore si può leggere sul catalogo "Il Gotico a Piacenza Maestri e botteghe tra Emilia e Lombardia" (a cura di Paola Ceschi Lavagetto e Antonella Gigli). La nascita è collocata verso il 1360 e la morte nella primavera del 1421. Della "Madonna col Bambino" - già nella collezione torinese di Gilberto Zabert, oggi di proprietà di Luigi Diciotto Antichità di Rimini, che l'ha posta in vendita - non si conosce la provenienza. Inoltre la cornice è moderna e non si sa se il dipinto fosse parte di un polittico oppure concepito come opera a sè stante. Nel 1911 comparve nella collezione Dan Fellow Platt a Englewood (New Jersey) e fu esposta nel 1917 alla mostra sui primitivi italiani presso l'antiquario Kleinberger. La raccolta Platt venne venduta a New York nel 1947 e la tavola, segnalata nel 1958 presso Wildenstein, tornò sul mercato antiquario a Milano negli anni '70. In passato l'opera è stata attribuita ad artisti di ambito toscano (Parri Spinelli, lo spagnolo Maestro del Bambino Vispo e Alvaro Pirez) ed emiliano, con l'identificazione della mano del de Caro da parte di Laura Gorni. Il dipinto, notificato dalla Soprintendenza nel novembre 2003, è mostra ad "Antik Arte e antiquariato", in programma fino al 7 novembre alla Fiera di Milano. L'antiquario Guido Sgroi, titolare di Luigi Diciotto Antichità, ha intanto rivolto una proposta ufficiale di acquisto dell'opera alla Fondazione di Piacenza e Vigevano ed a istituti di credito locali. L'importanza della tavola è evidenziata da Antonella Gigli: "L'avevamo voluta alla mostra sul gotico piacentino perché è un dipinto molto interessante. Con quell'esposizione avevamo cercato di configurare un periodo del quale si sapeva pochissimo. Abbiamo ricostruito un repertorio delle opere tra il XIII e il XV secolo, attraverso cui è emerso come la pittura a Piacenza oscillasse tra una cultura bolognese-riminese, vivace ed improntata ad un certo realismo, e una cultura molto più aulica, subordinata alla corte dei Visconti. Si tratta comunque di un discorso parziale, perché poche opere sono sopravvissute". In questo contesto, il de Caro si distingue tra '300 e '400 per dipinti "estremamente raffinati, più legati all'ambiente lombardo".