Lunedì 6 Ottobre 2008 - Libertà
Il diritto nel festival e nella vita quotidiana
Un evento come quello che c'è stato a Piacenza del Festival del diritto, non poteva non far parlare di sé, nel bene e nel male, elogiandolo o criticandolo. Il festival della durata di ben quattro giorni, evento nell'evento, si è tenuto dal 25 al 28 di settembre, coinvolgendo i luoghi più belli del centro storico della città. Avevo poca voglia di interessarmene all'inizio, perché ho considerato il diritto, una disciplina arida, da lasciare con gioia agli addetti ai lavori, anche perché il diritto, la legge forse sarebbe meglio dire, l'ho vista come una specie di "archeologia sociale". E cioè, quando il diritto si è formalizzato in legge, con le procedure che tutti bene o male conosciamo, è già vecchio, nel senso che la società nel frattempo è andata avanti, le problematiche sociali si sono evolute ed hanno bisogno di nuovi interventi legislativi!
Quindi la legge insegue la società e la società comunque è sempre più avanti rispetto al disposto legislativo vigente. Seguendo alcuni dei dibattiti proposti dal festival, devo dire che così non è stato, nel senso che non mi sono annoiato, mi sono arricchito notevolmente su alcune questioni che attraversano il diritto e la società in contemporanea, e che il diritto è stato analizzato, come storia e filosofia del diritto - penso ad esempio alla lectio magistralis di Gustavo Zagrebelsky alla Fondazione - "dimmi Pericle: cos'è la giustizia?" , la maestria con cui Stefano Rodotà ha disposto i luoghi, topici e logici, delle tematiche del festival, ponendoli come "questioni di vita" della cronaca quotidianità.
Potrei ancora tesserne altri elogi, ma francamente non è questo il mio lato migliore che, mi vede solitamente, polemico e critico sugli eventi e culturali e politici di questa nostra a volte, se non spesso, piccola realtà di provincia. E dico piccola realtà non in senso geografico ma nel senso di piccolezza d'idee e d'espressioni. Questa volta la giunta va elogiata per questo sforzo organizzativo, per la creatività fin del logo e del colore dello stesso, che ha dato visibilità estetica a tutte le iniziative al Festival collegate. Dico questo, al di là del riscontro costi benefici, i costi dicono gli organizzatori sono stati coperti dagli sponsor (se così non fosse è compito della minoranza accertare la non veridicità dell'affermazione e rendere pubblico l'imbroglio). Comunque certe iniziative vanno comunque fatte per svegliare una città che spesso si adagia sulla sua particolarità, vera o presunta, per cullarsi nel proprio immobilismo. Ben vengano questa, come tante altre iniziative che volano alto, come quelle sul cinema di Bellocchio a Bobbio, che danno visibilità nazionale e contribuiscono alla crescita culturale della gente comune, di chi come me, sa poco su pochi argomenti. L'amministrazione comunale, fa di tutto affinché interventi come questo (di elogio) ce ne siano sempre meno, in primo luogo perché tutte le decisioni passano sulla testa dei cittadini senza che questi possano minimamente modificarle, e quindi allontanano i cittadini dalla vita politica e culturale della città, persino dallo scrivere articoli al giornale, perché si risolvono spesso in un nulla di fatto (vedi tutti gli articoli di Alberto Esse, su questo giornale, a proposito di Consulta e problemi legati alla cultura), vedi tutti gli interventi sulla bruttezza degli addobbi sulle rotonde, vedi la contrarietà che si è avuta da parte della maggioranza degli interventi sul Palazzo degli Uffici (si è solo soprasseduto nel momento della campagna elettorale per ripristinarlo - sic! - subito dopo), ma questo consoliamoci è un problema comune a tutta la classe politica, le decisione vengono prese sempre da oligarchiche corporazioni e nonostante civili e corrette levate di scudi, il risultato non cambia (vedi anche distruzione fontana di S. Giorgio, dove poteva benissimo coniugarsi il ripristino della fontana ed un intervento di riqualificazione urbanistica per la piazza), interventi di siffatta maniera ci sono al sud (avevo anni addietro parlato di un intervento simile a Racalmuto, in Sicilia) come al Nord, nelle cittadine di Capoluogo come nelle più disparate frazioni: a proposito che fine ha fatto una petizione ed una proposta avanzata dalla gente di Bosco dei Santi per una piazza accanto alla chiesa, tra via Botti e strada Mortizza? Questioni di diritto e questioni di vita quotidiana che si intersecano e si completano in uno scambio continuo di flussi, come ad esempio il divieto per la povera gente di non potere viaggiare con la propria auto perché non catalogata euro, si inquinerà forse un po' meno (da verificare comunque) ma si nega al pensionato che ancora ha la propria 127 ben lucida in garage, il diritto a poterne usufruire (a proposito, lo stato non dovrebbe garantire il diritto del godimento della proprietà privata? Sì, ma solo a coloro i quali possono comprarsi un'auto nuova - ma i cittadini non sono uguali nei diritti, oltre che beninteso nei doveri? ). Chiudiamo quest'inciso di "Gretto Nichilismo" e torniamo all'aurea tematica del Festival. Sicuramente si poteva far meglio, e sempre si può far meglio, facendo partecipare delle personalità locali, ad esempio il Direttore della Libertà, insieme al Direttore de La Repubblica al teatro Filodrammatici, nell'incontro sull'informazione, come da più parti lamentato. Oppure far partecipare qualche altro luminare della scienza locali, a qualche altro incontro, ma queste sono comunque scelte opinabili e discutibili, dove spetta all'organizzatore operare delle scelte con cui operare. Bel Festival dicevo! E senza ironia, che tra l'altro, ed ecco l'opportunità dell'evento, mi ha fatto incontrare un "paesano". Evento nell'evento, le relazioni che creano relazioni, al di là della percentuale dei partecipanti, (tra l'altro le espressioni culturali di un partito non sono sempre in rapporto ai voti presi, qualcuno mi dovrebbe insegnare), e non sempre la qualità si coniuga con la quantità.
Dicevo, questo festival oltre che per i dibattiti, lo ricorderò perché mi ha fatto incontrare una vecchia conoscenza che tra l'altro era inserito nel programma del Festival, all'incontro a Palazzo Gotico con Gianrico Carofiglio: "Un mondo a parte. Le parole dei giuristi", Gaetano Savatteri. Il giornalista del TG5, dalla voce inconfondibile, roca ed alla francese, ma più che come giornalista mi fa piacere ricordarlo come scrittore, a Piacenza tre anni fa, al Circolo Pirandello presentò il libro "I Siciliani", oggi si presenta ai lettori con un nuovo libro pubblicato da Sellerio: "Uno per tutti".
Anche questo fa parte del Festival, incontrare scrittori, giornalisti, sociologi, o conoscere editori come Laterza. Il libro dicevo, il libro, e mi viene tanta voglia di parlarne, ma mi accorgo anche che questa è un'altra storia, tutta un'altra storia e, vi assicuro ne riparlerò in seguito, in seguito sì, per non tediarvi ancora adesso…
CARMELO SCIASCIA