Venerdì 4 Luglio 2008 - Libertà
Denissenkov: la mia musica senza confini
Valtidone festival Dopo il trionfo degli Scaligeri a Gragnano stasera a Santimento di scena un altro big
Il fisarmonicista: «Cerco attraverso le note i motivi che uniscono i popoli slavi»
rottofreno - La Fondazione Valtidone Musica che organizza il Valtidone Festival, si muove all'insegna dell'internazionalità, soprattutto per i musicisti chiamati a dar vita al cartellone della kermesse. Come il fisarmonicista Vladimir Denissenkov, che questa sera alle 21.15 (ingresso libero) al Castello di Santimento (con il sostegno del Comune di Rottofreno), per il filone etnico-jazzistico del Valtidone, proporrà la sua musica, «espressione dell'anima slava, quella vera, quella umana, che nulla ha a che vedere con quella parte negativa con la quale purtroppo in Italia chi proviene dall'Europa dell'Est è spesso identificato» spiega il musicista.
Denissenkov è nato nel 1956 in una città simbolo dell'incontro tra culture, ma anche delle tragedie che l'odio può fomentare: la cosmopolita Czernowitz alle estreme propaggini orientali dell'impero austro-ungarico, la capitale letteraria della Bucovina ebraica dei poeti Celan e Auslander travolta dalla furia nazista, conosciuta in romeno come Cernauti, in russo come Cernovtsi e diventata ora l'ucraina Chernivtsi. Divisioni tra Stati che la musica di Denissenkov si rifiuta di ratificare: «Nel mio secondo disco, Guzulka, mi sono ispirato al folclore ucraino, ma anche alla tradizione russa ed europea. Penso che non sia importante cercare le separazioni. Almeno culturalmente cerchiamo ciò che ci può unire. Del resto, i popoli russi e ucraini sono molto simili. Quando sono nato io, esisteva un unico grande Paese, l'Urss, e quando sono andato a studiare a Mosca, mi sono sentito anche lì a casa». Al Conservatorio della capitale, Denissenkov si è dedicato per ben 18 anni al bajan, la fisarmonica russa: «Rispetto a quella italiana o francese ha una sonorità più profonda. È uno strumento con due secoli alle spalle, le cui radici affondano nella musica popolare. Da noi ha la stessa dignità del pianoforte o del violino. Mi ritengo molto fortunato ad aver potuto compiere la mia formazione al Conservatorio di Mosca in quel periodo: ho faticato duro, ma mi è servito». Campione del mondo di fisarmonica a Caracas nel 1981, Denissenkov ha lavorato con la Filarmonica di Mosca fino al 1990. Sul palco di Santimento (in caso di maltempo al centro culturale di San Nicolò) si ascolterà un particolare bajan costruito artigianalmente nel 1981: «Può diventare quasi un piccolo organo. Purtroppo certe manualità stanno scomparendo. I maestri non si trovano più. La Russia sta perdendo la sua cultura, troppo occidentalizzata, prendendo il peggio: coca cola, sigarette e delinquenza». Stasera il fisarmonicista eseguirà con il suo quartetto brani originali o sue variazioni su temi tradizionali, con pezzi anche da Gulinzka, edito da Felmay. In Italia dal 1995, ha collaborato con Fabrizio De Andrè nell'ultimo album Anime salve («un grande maestro, indimenticabile, che cercava di farmi capire anche i lati più problematici dell'Italia; a me, che ero appena arrivato, sembrava tutto bellissimo»); con Ludovico Einaudi, nella colonna sonora del Dottor Zivago per la Bbc; con Moni Ovadia, accompagnandolo per 6 anni sulla scena, riassaporando nel teatro yiddish le melodie dell'Est.
Anna Anselmi