Venerdì 12 Settembre 2008 - Libertà
San Giuseppe torna a sognare
Presentata all'ospedale la tela restaurata dalla Fondazione
Il direttore generale dell'Ausl di Piacenza, Andrea Bianchi, ha osservato come si tratti di un percorso nato quattro-cinque anni fa e come vi siano ancora due tele programmate. «È un risultato collettivo - ha evidenziato - il solo modo di tenere vive le ricchezze che si hanno. Noi in ospedale stiamo cercando di coniugare lo sviluppo tecnologico e degli edifici con quello della bellezza culturale e architettonico». Il restauro è stato reso possibile grazie al contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, presente con il presidente Giacomo Marazzi. «Se potremo raccoglieremo l'invito per il restauro degli altri due quadri - ha promesso Marazzi - le chiese sono un patrimonio per la collettività».
È toccato a don Giuseppe Lusignani (direttore dell'Ufficio per i beni culturali ecclesiastici della diocesi di Piacenza Bobbio) spiegare il significato della tela facendo riferimento all'immagine del sogno come di «qualche cosa che sta sulla soglia, come dell'incontro tra ciò che è umano e ciò che è divino». Presente alla presentazione, tra gli altri, anche il vescovo Gianni Ambrosio e l'assessore comunale Giovanna Palladini. In serata è stata organizzata una raccolta fondi da devolvere alla chiesa di San Giuseppe per completare il restauro del ciclo pittorico. Fondi raccolti grazie ad un torneo benefico di Burraco promosso con il patrocinio dei commercianti di via Taverna che hanno messo a disposizione i premi.
L'intervento sulla tela è stato presentato dal restauratore Davide Parazzi il quale ha spiegato come «il dipinto fa parte di un ampio ciclo pittorico - sviluppato negli affreschi e in sei tele - dedicato alla celebrazione della figura di San Giuseppe, di cui due (San Giuseppe col Bambino e San Giovannino e il Riposo dalla fuga in Egitto) sono già stati restaurati. Il dipinto necessitava come il precedente di un intervento di recupero, in quanto fortemente degradato dal tempo e dai restauri precedenti nonché dal peso stesso del supporto che nei dipinti di queste dimensioni conduce col passare degli anni a cedimenti strutturali con conseguente formazione di deformazioni e spanciamenti della tela». «Anche l'immagine era divenuta poco leggibile e alterata dallo sbiancamento e ingiallimento delle vernici applicate in precedenti interventi di manutenzione - ha continuato - come anche i numerosi ritocchi aggiunti in modo da essere veri e propri rifacimenti di intere campiture come nel caso di quello realizzato sul viso dell'angelo».