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Giovedì 11 Settembre 2008 - Libertà

Piacenza e Washington collezioni a confronto

A Perugia la Ricci Oddi e la Phillips Collection

Venti dipinti e due sculture della Galleria d'arte moderna Ricci Oddi a confronto con trenta opere provenienti dalla Phillips Collection di Washington per raccontare storie non comuni di fascinazione per l'arte, vissute di qua e al di là dell'Oceano più o meno nello stesso periodo. Mossi da una medesima passione, il piacentino Giuseppe Ricci Oddi (1868 - 1937) e l'americano Duncan Phillips (1886 - 1966) formarono così le loro straordinarie raccolte, che oggi chiunque può ammirare nelle sale dei rispettivi musei. Capolavori che consentono di tracciare itinerari diversi nell'arte della seconda metà dell'Ottocento e di inizio Novecento, in un dialogo fecondo tra scelte personali dei collezionisti, consigli dei loro consulenti, il gusto prevalente e le tendenze del mercato dell'epoca, come suggerisce la mostra Da Corot a Picasso. Da Fattori a De Pisis. La Phillips Collection di Washington e la Collezione Ricci Oddi di Piacenza, a cura di Vittorio Sgarbi, aperta a Palazzo Baldeschi al Corso di Perugia dal 15 settembre al 18 gennaio. All'inaugurazione, domenica, è atteso il ministro per i beni culturali Sandro Bondi. A rappresentare l'istituzione piacentina saranno l'assessore alla cultura Paolo Dosi, il direttore della Galleria Ricci Oddi, Stefano Fugazza, e Gabriele Dadati, che ha collaborato alla realizzazione degli apparati dell'esposizione, dai pannelli alle didascalie.
Ieri Dosi, Fugazza e Dadati hanno parlato dell'iniziativa perugina, organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che, per festeggiare il centenario della sua fondazione, ha voluto dare avvio a «un nuovo e originale programma di eventi espositivi dedicati alle grandi collezioni private», come precisato dal presidente dell'ente, Carlo Colaiacovo. La decisione di affiancare ai Picasso, ai Corot, ai Cèzanne, ai Braque, ai Bonnard, ai Monet, ai Modigliani e ai Van Gogh della Phillips Collection una selezione di lavori della Ricci Oddi è «per noi motivo di orgoglio», ha evidenziato Dosi. «Aver abbinato il museo piacentino a una collezione statunitense autorevole e prestigiosa ci dà la misura - ha aggiunto Dosi - dell'importanza della Galleria Ricci Oddi, della quale non sempre siamo consapevoli». L'assessore ha annunciato progetti futuri: «Almeno cinque-sei mostre, con la cadenza di un paio all'anno, con le quali cercheremo di mettere in luce questo patrimonio artistico con iniziative di grande richiamo, di cui l'evento in programma a Perugia costituisce una sorta di prologo».
Fugazza ha richiamato la riflessione sul collezionismo che la mostra porta con sé: «Le opere esposte nel capoluogo umbro sono state tutte acquistate da Ricci Oddi o a lui donate, con un'unica eccezione, l'olio su tela Toilette (1913) di Emilio Rizzi, recentemente giunto in galleria, a testimoniare la continuità nel tempo delle acquisizioni». Il generoso mecenate Giuseppe Ricci Oddi comparirà nelle sembianze del busto di Luciano Ricchetti, del 1937, «ma saranno proiettate in un video introduttivo anche sue fotografie, immagini di Piacenza e dei progetti della galleria», ha anticipato Dadati.
Sulle pareti di Palazzo Baldeschi al Corso sfileranno dunque quadri di Giuseppe Pellizza da Volpedo, Umberto Boccioni, Gaetano Previati, Felice Casorati, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Antonio Mancini, Emilio Rizzi, Amedeo Bocchi, Massimo Campigli, Mario Cavaglieri, Antonio Fontanesi, Carlo Carrà, Angelo Morbelli, Giacomo Grosso, Plinio Nomellini, Giulio Aristide Sartorio, Ettore Tito, Giovanni Fattori, Filippo De Pisis, accanto ai bronzi di Luciano Ricchetti e Vincenzo Gemito: «Ma la galleria di via San Siro non resterà sguarnita», ha rassicurato Dadati. «I visitatori troveranno qui ancora opere importanti, dall'Ecce puer in cera di Medardo Rosso al Ritratto di signora a pastello di Giovanni Boldini», che - ha puntualizzato Fugazza - non sono stati concessi in mostra per motivi di conservazione. «Inoltre, il posto delle ventidue opere in trasferta a Perugia verrà temporaneamente occupato da dipinti solitamente non visibili perché nei depositi».

ANNA ANSELMI

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