Domenica 24 Agosto 2008 - Libertà
Mauro Fornari: pittura ed emozione
«La speranza di trovare un segno, una superficie»
Mauro Fornari è tra i dodici pittori che figureranno (uno per ogni mese) nel calendario 2009 che la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha deciso di dedicare all'Unicef come partecipazione alla celebrazione del trentennale di costituzione del locale Comitato Provinciale. Saranno, appunto, "i mesi del cuore". In autunno, poi, i dipinti presentati settimanalmente da Libertà verranno battuti nel corso di un'asta benefica nello spazio "Rotative".
«Ma non mollo! Sembrano frasi di uno che sta cadendo, e invece no! Ho ancora curiosità, la speranza di trovare un segno, una superficie nella quale rivivere l'emozione che spesse volte ho catturato per me, ma soprattutto per chi mi segue, mi stima, mi vuole bene. Da tempo nei miei lavori brevi e nervosi segni (molto spesso a matita) in grandi campiture, sbuffi, svolazzi, quasi a distendere una scrittura stenografica; possiamo interpretarli come l'inizio di parole, di frasi che non ho mai saputo dire, lettere mai spedite, richieste di scuse, inizi di pensieri troppo arditi, domande di assoluzione». Mauro Fornari non lascia nulla al caso, la sua pittura è fatta di costanti riflessioni ma anche di una rigorosa pulizia di segno che, pur utilizzando un linguaggio espressivo particolarmente libero e apparentemente aniconico, lascia spazio alle cifre di una poetica accattivante che non può in nessun caso lasciare indifferenti.
Le sue opere si interrogano e ci interrogano, offrono spunti per un'analisi puntuale dell'esperienza sensoriale che coinvolge non solo lo stimolo visivo ma anche quello più emotivo ed emozionale.
Nei dipinti di Fornari si "legge" una poesia diffusa, un senso della vita e delle cose che sa dare il giusto peso a luoghi dell'anima e ad arcaiche presenze che richiamano alla memoria incontri, scambi di vita, dialoghi ormai spenti ma tuttora vivi nella profondità dell'animo..
«Sono ormai quarant'anni che dipingo, non so come ciò sia stato possibile!» spiega con la solita sottile vena mordace lo stesso Fornari.
«Lento, leggermente ottuso, reazionario credo, sono riuscito grazie senz'altro ad una curiosità onesta e critica, a costruirmi professionalmente ed a ottenere riconoscimenti che mi soddisfano ma non mi saziano. E' il rincorrersi dei ricordi, fatti, avvenimenti, amicizie, che anche se in dati momenti mi infliggono dolori, tristezze, smarrimenti, mi formano, mi plasmano, mi pungolano. Mosconi, lo scultore Rolando, "al pòr Barnai" raffinato collezionista, il poeta Cogni, il tipografo Sillo, non sono più! A sessant'anni mi dico: le "bombe" cadono sempre più vicino, non so con chi parlare, in quale bottega "rifugiarmi" sottosera, in quale osteria intingere nel vino i miei silenzi».
CARLO FRANCOU