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Domenica 17 Agosto 2008 - Libertà

Franco Corradini: i colori della luce

«L'infinito non merita di essere appiattito»

Franco Corradini è tra i dodici pittori che figureranno (uno per ogni mese) nel calendario 2009 che la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha deciso di dedicare all'Unicef come partecipazione alla celebrazione del trentennale di costituzione del locale Comitato Provinciale. Saranno, appunto, "i mesi del cuore". In autunno, poi, i dipinti presentati settimanalmente da Libertà verranno battuti nel corso di un'asta benefica nello spazio "Rotative".
L'attività artistica di Franco Corradini in questi ultimi anni, un po' per ragioni di committenza ma soprattutto per una necessità interiore, si è sviluppata in modo particolare nel campo dell'arte sacra. Una scelta a cui non è secondario il suo lavoro per la realizzazione di importanti vetrate in diverse chiese del nord Italia.
Il tema della luce è così entrato prepotentemente anche nella sua pittura con il ciclo "Buscando luz", chiaro riferimento proprio alle vetrate ma soprattutto a quel Cammino di Santiago de Compostela che più volte ha ripercorso e al quale ha dedicato un recente volume che riporta lo stesso titolo. "Buscando luz" fa riferimento ai versi di Garcia Lorca ma in modo particolare a quel desiderio di luce interiore che da sempre accompagna la sua storia artistica.
Alla fine degli anni Ottanta Corradini avvia "Et in Arcadia ego" sui temi della morte e dell'anelito a terre di serenità fuori del tempo; della metà degli anni Novanta sono i cicli su "Le acque del Sabato" e "Il luogo di Ofelia". Con l'avvio del nuovo millennio si sviluppano alternativamente "Forteto inattinto" e "Alle querce di Mamre" (di chiaro riferimento biblico). In questi stessi anni prende avvio la realizzazione di una serie di opere intitolate "Buscando luz".
"Il Cammino non è un bolla saponata, un puerile oblio, ma ritrovamento, densità, intensa esperienza, pace vera che sposta i fili dentro le persone" scrive Corradini nel suo libro-diario.
"Nelle tue opere più recenti, credo di individuare scansioni più dosate, trapelano più espansi messaggi di luce" gli scrive l'amico pittore Mario Raciti nel 2001.
La luce dei quadri di Corradini illumina il cuore e accende il desiderio di infinito, senza banalità. Un desiderio che bene ha espresso lo stesso artista quando in un'intervista dava in poche righe una sua spiegazione al significato, oggi, dell'arte sacra.
«L'arte sacra deve coinvolgere. E' un invito ad un appuntamento, niente di grazioso ma qualcosa che abbia a che fare con la verità. L'infinito non merita di essere appiattito in immagini che non abbiano una forza e una capacità di far riflettere. L'arte sacra deve essere un po' come una spina nel fianco: stando davanti al mistero non dobbiamo essere solo spettatori ma il mistero ci deve coinvolgere perché è qualcosa che ci riguarda»
«L'arte sacra un po' un'incarnazione, perché dà vita e dà forma a questi grandi interrogativi che stanno sopra di lei e sopra di noi. Dovrebbe dare speranza, vita e gioia, ma soprattutto pace. Ma una pace inquieta, come se ci fosse uno stimolo continuo che ci faccia avere occhi e spirito nuovi».

CARLO FRANCOU

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