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Martedì 22 Luglio 2008 - Libertà

Bielorussi, un mestiere per crescere

Oltre all'accoglienza, aiuti su progetti lavorativi: serre e sartoria

Oltre all'accoglienza per rimettere in forze i bambini bielorussi, la Fondazione "Aiutiamoli a vivere" pensa al futuro lavorativo degli adolescenti che da una decina d'anni sono ospiti di famiglie italiane e piacentine per una vera e propria terapia di risanamento ambientale.
Due serre già realizzate vicino all'Istituto di Yastrembel, nella regione di Brest e una sartoria tutta da costruire rappresentano le sfide, in parte già vinte, per offrire un'alternativa di vita dignitosa a questi bambini che nella nostra città hanno già trovato affetti familiari e amicizia.
Con ordine. Quest'anno Piacenza ha accolto venticinque bambini, racconta Angelica Cammarata, presidente del comitato piacentino della fondazione che ha un radicamento nazionale in varie province.
Sono arrivati il 28 giugno e ripartiranno il 2 agosto. Accolti in tanti generosi nuclei familiari della nostra città e provincia, i giovani bielorussi si aprono ad una esperienza nuova e salutare.
Ma il senso di responsabilità verso di loro è cresciuto nel tempo, con l'esigenza di dare stabilità e forza all'aiuto.
«La nostra fondazione attua dei progetti in Bielorussia - spiega Cammarata - tra i quali assumono rilevanza le scuole-fabbrica, due già funzionano nella regione di Vitebsk, ma sotto la spinta da vari comitati provinciali, non solo di Piacenza, si vorrebbe poter avviare una scuola fabbrica in ognuna delle sei regioni bielorusse. C'è anche il progetto di un centro per bambini con problemi psicologici e questo esige un percorso sui lunghi tempi».
Piacenza, insieme ad altre realtà, come il comitato di Cene, nel Bergamasco, si è fatta parte attiva nella realizzazione delle scuole-fabbrica, raccogliendo fondi anche dalle famiglie ospitanti. Così sono nate le due serre riscaldate di Brest. I ragazzi dell'Istituto di Yastrembel vi coltivano prodotti per il consumo interno, come cetrioli e verze, e imparano un mestiere svolgendo, a turno, alcune ore di attività, seguendo lezioni teoriche e pratiche.
«Come gruppo di lavoro stiamo dialogando con le istituzioni locali - prosegue la presidente - per creare anche la sartoria, il progetto è già scritto e la copertura economica non manca, ma si tratta di sostenere nel tempo questa impresa».
La fondazione "Aiutiamoli a vivere" si è posta infatti l'ambizioso traguardo di aiutare la Bielorussia a compiere un significativo salto di qualità nel suo sviluppo. I sussidi contano, ma conta forse di più dare prospettive e aiutare i giovani a rendersi indipendenti attraverso percorsi professionali mirati. Un'esperienza condivisa con entusiasmo dai tanti genitori "per un mese" che ospitano i bambini.

pat. sof.

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