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Mercoledì 25 Giugno 2008 - Libertà

Palcoscenico di magie

Teatro gioco Vita Si è conclusa una lunga stagione di spettacoli
Per il teatro-scuola gli ultimi fuochi di teatro

Piacenza - La ventottesima rassegna di teatro scuola Salt' in banco, organizzata da Teatro Gioco Vita e Amministrazione comunale si è da poco conclusa con la fine delle scuole.
Anche quest'anno lo Stabile di innovazione diretto da Diego Maj ha presentato un ricco cartellone di proposte: nove titoli per i più piccoli, undici per elementari e medie, nove per medie e superiori. Offerti spettacoli di teatro di figura, d'attore, di musica, prodotti dalle primarie compagnie di teatro per ragazzi, con tante repliche per spettacolo per consentire la massima partecipazione delle scolaresche di città e territorio.
Accanto agli spettacoli prodotti da Teatro Gioco Vita e in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, si sono avvicendati quelli ospitati, da Antigone del Teatro Litta, a Pollicino di Romagna Teatri, a Mangiadisk di Cantieri Teatrali del Salento, alle produzioni del Teatro delle Briciole e i concerti-spettacolo della Fondazione Toscanini e del Conservatorio Nicolini.
Al duo Mozzani-Tarquini del gruppo piacentino dei Manicomics, in attività dal 1985, è toccato l'onore di concludere la stagione. Mauro Mozzani e Rolando Tarquini sono due dei fondatori della compagnia piacentina, protagonisti d'un teatro affidato alla mimica e alla comicità, ma anche organizzatori di attività di laboratorio nelle scuole e di rassegne teatrali come Limitrofie, in collaborazione con il Centro di Teatro della Scuola di San Quirico.
Titus & Romek è spettacolo ai confini con il teatro dell'assurdo, meno acre, condito piuttosto d'una vena di malinconica ironia. Titus e Romek vagano alla ricerca di una casa forse, dove fermarsi definitivamente, senza saper bene cosa sia una vera casa, da non confondere con i pesanti camion che corrono sulla strada. Non aspettano Godot i due viaggiatori senza una meta precisa, non hanno trasalimenti metafisici, si accontentano di quello che trovano, un angolo pacifico dove sostare momentaneamente, dove scambiare alla meno peggio le loro osservazioni sul mondo circostante, fare uno spuntino e poi riprendere il cammino.
La loro comicità surreale si affida al contrasto anche fisico dei personaggi, Mozzani-Romek più grosso nella parte del buono ingenuo e Tarquini-Titus, più smilzo e tignoso, sempre soccombente il primo nei diverbi alternati a lunghi e vuoti silenzi. Titus fa la voce grossa, ha la vocazione del capo, ma poi si spaventa alla vista di una piantina in un vaso e si arrende presto alla bonomìa di Romek, per continuare il cammino insieme, avendo per tetto un cielo di stelle.

Gian Carlo Andreoli

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