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Venerdì 27 Giugno 2008 - Libertà

Modugno, toccante omaggio di Servillo

Entusiasmante avvio della rassegna estiva al Castello di Vigoleno con "Uomini in frac"

Entusiasmante avvio, l'altra sera al castello di Vigoleno, per la settima edizione della rassegna musicale estiva organizzata dalla Fondazione Arturo Toscanini in collaborazione con la Provincia di Piacenza e la Fondazione di Piacenza e Vigevano.
La voce di Peppe Servillo, Javier Girotto al saxofono, Fabrizio Bosso alla tromba, Fausto Mesolella alla chitarra elettrica, Danilo Rea al pianoforte, Furio Di Castri al contrabbasso, Cristiano Calcagnile alla batteria e Mimì Ciaramella alle percussioni sono stati gli otto Uomini in frac che hanno affascinato il pubblico nell'omonimo spettacolo dedicato ad un mito intramontabile della nostra musica: Domenico Modugno.
Nato da un progetto di Peppe Servillo e Furio Di Castri, Uomini in frac è stato un capolavoro sotto tutti i punti di vista: ideativo, stilistico e interpretativo. Semplicemente geniale l'intuizione musicale di proporre alcune tra le più belle canzoni scritte dal cantautore pugliese rivisitate in chiave jazz. E altrettanto intelligente la scelta dell'organico, una tipica formazione jazz allargata dalla contemporanea presenza di saxofono, tromba e chitarra ed arricchita dalle percussioni. Un ensemble che ha conferito grande varietà timbrica e ampliato decisamente le possibilità interpretative e gli abbinamenti, come poi si dirà.
Decisamente vincente poi la chiave stilistica proposta dagli interpreti, tra i migliori jazzisti attualmente in circolazione, che hanno rivisitato a proprio modo i successi del grande Mimmo mantenendo però la costante della melodia e il carattere "popolare" tipico del repertorio di "Mister Volare". E, per finire, la strepitosa interpretazione vocale e strumentale dei "magnifici otto", ha fatto il resto. Melodie morbide e avvolgenti, brillantissimi assoli, duetti con i più svariati assiemi vocali e strumentali, consenti dall'ampiezza e dalla duttilità della formazione hanno entusiasmato la platea dalla prima all'ultima nota.
Travolgente, con la versione solo strumentale di Selene, l'apertura del concerto, dove subito la tromba di Bosso e il sax soprano di Girotto hanno fatto capire che la loro sarebbe stata una performance di grande virtuosismo. E la conferma non si è fatta attendere con i brani successivi, nei quali hanno inanellato passaggi da brivido, rincorrendosi a vicenda quasi a giungere ai limiti sonori dei loro strumenti, alternati all'opposto da momenti di sonorità morbide e soffuse. Altrettanto virtuosismo e grande fusione d'insieme sono stati regalati da Mesolella, Rea, Di Castri, Calcagnile e Ciaramella, insuperabili nei brani strumentali: Notte di Luna calante e lo scoppiettante Pasqualino Maragià.
Ma l'attesa del pubblico, "scaldato" dalle iniziali note della band, era tutta per Peppe Servillo, celeberrimo vocalist degli Avion Travel nonché autore di testi e collaborazioni teatrali e cinematografiche (lo si ricorderà nei panni del crooner Jerry Como nell'ultimo film di Fabrizio Bentivoglio Lascia perdere, Johnny!). Ed è appunto con Servillo che sul palcoscenico allestito all'ombra del castello è avvenuta la vera magia della serata: la fusione tra la poesia dei testi e delle note delle canzoni di Modugno e la timbrica calda e avvolgente del cantante casertano, la sua mimica teatrale, la sua debordante carica di umanità. Il risultato è stato un capolavoro assoluto di fascino ed eleganza. Tu si' 'na cosa grande, Strada 'nfosa, Vecchio frack, Lazzarella, Resta cu' mme. E poi ancora Nel blu dipinto di blu, 'U pisci spada e Cosa sono le nuvole. In ogni brano eseguito Servillo ha messo un pizzico di quell'innata allegria tutta campana rivitalizzadone le atmosfere e rasserenandone le ambientazioni. Modugno, ne siamo certi, avrebbe apprezzato.

MAURO BARDELLI

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