Mercoledì 18 Giugno 2008 - Libertà
Niki e Jean, una coppia "ad arte"
Nella conferenza in Fondazione a cura di Elena Sichel
Piacenza - Con la conferenza dedicata a Niki de Saint Phalle (1930 - 2002) e Jean Tinguely (1925 - 1991) si è chiuso all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano il ciclo d'incontri "Quattro coppie di artisti del XX secolo", a cura di Elena Sichel, insegnante di storia dell'arte. Se nella prima lezione la relatrice si era soffermata nella Francia di Sonia Terk e Robert Delaunay, se successivamente il viaggio aveva fatto tappa in Svizzera, terra del fatidico incontro tra Sophie Taeuber e Jean Arp, se con Carla Accardi e Antonio Sanfilippo lo sguardo si era concentrato sulla realtà nazionale, nell'incontro conclusivo si sono ripercorsi quei luoghi, da Basilea, dove Jean Tinguely era nato, a Parigi, città di origine della moglie Niki, alla Toscana del Giardino dei Tarocchi, uno dei frutti più celebrati della creatività della scultrice, che ebbe ancora in quell'occasione al suo fianco il compagno. La francese Niki de Saint Phalle, morta a San Diego in California, aveva trascorso l'infanzia e la giovinezza proprio negli Stati Uniti, dove aveva iniziato la carriera di mannequin, conquistando le copertine di Life e Vogue. La strada dell'arte la trovò invece al suo rientro in Europa, quando la pittura le venne suggerita come terapia per riprendersi da problemi nervosi. Tinguely, che si era formato nelle aule dell'Accademia di belle arti di Friburgo, aveva nel frattempo raggiunto Parigi, impegnato ad elaborare una teoria, il "metalmeccanismo", basata sull'assemblaggio di macchine semoventi. Niki approdò presto alla ribalta internazionale con i suoi "pannelli-bersaglio", sui cui supporti gli strati di farina, uova, pomodori, vetri, fumogeni e sacchetti di colori diventavano l'obiettivo di azioni di tiro con la pistola, il colpo della quale determinava l'aspetto dell'opera. Nei primi anni '60 esplose così la fama della giovane, che Pierre Restany incluse tra i Nouveau Réalistes. Fu un periodo di viaggi per lei e Tinguely, dalla Spagna agli Usa, e di una ricerca continua. Sichel ha evidenziato il profondo dolore seguito alla prematura scomparsa di Yves Klein, tra gli artisti più vicini a Tinguely, che nell'ultimo periodo della sua intensa produzione, dagli anni '80, maturò un forte senso di morte incombente, con l'utilizzo ripetuto di crani animali inseriti nelle sue strane macchine in moto. Spesso giocato sul filo dell'ironia il lavoro di Niki, con le sue enormi Nanas percorribili all'interno, assunte a nuovo emblema di fascino e di bellezza: «Io sono Nana, la casa di sogno» ha scritto l'artista. «Io sono una casa di bambola per adulti... un rifugio per sognare».
Anna Anselmi