Mercoledì 4 Giugno 2008 - Libertà
«Vorremmo due piste ciclabili
e una farmacia»
Cerchi la storia di una frazione e ti ritrovi indietro nel tempo, coi ricordi di scuola che muovono emozioni. Suono il campanello della canonica e anziché don Giuseppe Segalini, impegnato in una benedizione a un defunto, mi apre il professor Giovanni Badini. E' stato mio insegnante. Ma non è degli anni spensierati e incoscientemente beati che bisogna parlare, ma di un quartiere che ha una lunga storia che incrocia uomini e donne, giovani e anziani, tante vite e tanta gente. Ci sono la Casa della Gioventù e il bar "Va Lentina", la scuola elementare, i turtlitt con la festa di Sant'Antonio e la cooperativa.
C'è Gianni Carini, lo storico e archivista dell'antica chiesa e Christian Fiazza, avvocato e giovane consigliere comunale.
«Sono in pensione - dice Badini - dò una mano a don Giuseppe. Abbiamo le strutture - spiega Badini - c'è la Casa della Gioventù donata alla parrocchia nel 1974 da Giuseppe Bongiorni, geometra molto conosciuto da queste parti. Quando morì il figlio in un incidente d'auto molti anni fa, decise di finanziare la realizzazione di un edificio per i ragazzi del quartiere e così fu costruita la Casa della Gioventù, un gioiello, perché tanti ragazzi negli anni sono passati da queste parti. Quando venne a mancare il geometra, la moglie Mariuccia nel 1997, a testimonianza del suo attaccamento a questa frazione, stanziò i fondi per la costruzione di due grandi sale, una al piano superiore per conferenze, dibattiti e per esibizioni musicali e una seconda interrata, destinata ai giochi dei giovani. L'abbiamo messa a norma grazie al sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano».
Badini ha addosso una simpatia innata, è cortese, il baffo sornione e un attaccamento sincero a questa gente: «Abbiamo bisogno di educatori. Perché qui le strutture non mancano. La gente frequenta la parrocchia, è vero, ma d'estate potremmo organizzare il Gres per i bambini i cui genitori lavorano. Ma non ci sono ventenni che s'impegnano, dobbiamo essere noi ad avvicinarli alla vita di quartiere. Comunque a Veggiola, la seconda metà d'agosto facciamo un raduno giovanile. E' una bella esperienza».
Così come un'esperienza di grande interesse è la Festa di Sant'Antonio: «Si svolge il 17 gennaio - prosegue - vengono da ogni parte per i nostri turtlitt, e poi c'è don Giuseppe che benedice gli animali. Un tempo c'era la fila delle bestie provenienti dalle cascine vicine. Oggi soprattutto animali d'appartamento, qualche cavallo, ma è una bella festa».
E a proposito, Giovanna Sogni, insegnante elementare che conosce a menadito la storia del quartiere, si è battuta per la valorizzazione dei turtlitt, perché fossero inseriti nei cibi a denominazione comunale di origine (De.Co). «L'Amministrazione Comunale ha sostenuto il nostro patrimonio di tradizioni, cognizioni ed esperienze relative alle attività agro-alimentari riferite a quei prodotti del territorio che, per la loro tipicità locale, sono motivo di particolare interesse pubblico e, come tali, meritevoli di valorizzazione e conservazione nella memoria storica della comunità locale, ne siamo orgogliosi. Io cerco poi di insegnare ai ragazzi la tutela e la salvaguardia dell'ambiente, ma non è facile. Pensi che alcuni anni fa ci siamo battuti per una storiaccia di rifiuti trattati e poi smaltiti nel Trebbia, il Tar ci ha dato ragione. "Ecozoo" ha dovuto cessare la propria attività. Ci fu uno schieramento trasversale, di tutte le componenti sociali e politiche».
Pierangelo Solenghi, presidente di Circoscrizione, è nato e vive a Sant'Antonio da sempre: «E' una comunità di gente operosa e serie - spiega - non ci sono delinquenza e droga. La chiesa e la cooperativa hanno una loro funzione sociale da sempre. E poi in prospettiva guardiamo con molta attenzione alle aree militari. La Pertite potrebbe essere il polmone verde di Sant'Antonio, il nostro parco, vorremmo poi due piste ciclabili, una che consentisse alla nostra gente di raggiungere barriera Torino e la seconda che desse la possibilità ai tanti ciclisti della zona di percorre il lungo Trebbia, da Sant'Antonio fino alla foce. Sentiamo l'esigenza di una farmacia, ma in questi anni è stato fatto molto. La Garibaldina, che si è fusa con il Gotico è una realtà che va oltre Sant'Antonio, ma la gente gravita da queste parti ed emerge l'immagine di un quartiere vivo e attento alle esigenze di tutti».
M. Mol.