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Venerdì 6 Giugno 2008 - Libertà

Corso anti-bulli nelle scuole «Cala il numero delle vittime»

Primi risultati dell'esperimento che ha coinvolto 300 studenti

FIORENZUOLA - Trecento studenti, 35 insegnanti e 60 genitori. Tanti i soggetti coinvolti nel progetto di prevenzione del bullismo "Primi passi" organizzato all'Istituto comprensivo di Fiorenzuola dallo Ial (ente di formazione della Cisl) con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano. L'altra sera in aula magna i curatori del corso - Alberto Genziani per le medie e Marco Maggi per la scuola primaria - hanno esposto ai genitori i risultati del progetto.
Da precisare subito la valenza del termine "risultati". «Non siamo di fronte a interventi miracolistici - ha detto Maggi - o a ricette per eliminare il disagio. I cambiamenti si misurano sulla lunga distanza». Ma in questo caso, ed è un dato confortante, l'intervento (24 ore di incontri in aula per ogni classe coinvolta) ha avuto un suo impatto nel giro di tre mesi, ben misurato dalle risposte ai questionari somministrati agli allievi prima e dopo l'arrivo dei formatori.
Sei le classi "sperimentali" direttamente coinvolte nel progetto, con interventi degli educatori (si tratta di classi prima, seconda, terza media e terza, quarta, quinta elementare). Sei le classi invece chiamate "di controllo" (metà delle medie, metà delle elementari) dove non c'è stato intervento, ma comunque si sono proposte somministrazioni di questionari per verificare la presenza del fenomeno di bullismo. Qualche dato emerso dalle risposte dei bambini e dei ragazzi. Alle medie di Fiorenzuola le vittime nelle classi di controllo ad inizio d'anno sono l'8 per cento, dopo quattro mesi sono quasi raddoppiati. Diminuiscono invece nelle classi sperimentali passando dal 6,5 al 4,3 per cento. Qui anche i bulli scendono dal 22 al 19 per cento.
Alle elementari, a dispetto di quanto forse molti pensano, il fenomeno del bullismo (prepotenze continuate, verso gli stessi soggetti) presenta percentuali più alte rispetto alle medie (in linea con i dati nazionali). All'inizio dell'anno scolastico - secondo i dati elaborati da Maggi e Genziani - nelle tre classi elementari dove si è scelto di intervenire, a dichiararsi vittima è il 47 per cento. Dopo il lavoro promosso a scuola, la percentuale scende al 25 per cento. I bambini sono stati invitati a rispondere a domande sulle possibili tipologie di prepotenze, e alla loro frequenza. Tra gli atti di bullismo, il rubare oggetti personale, l'insultare un bambino, l'escluderlo, il costringerlo a compiere atti che non vorrebbe, il calunniarlo o picchiarlo, il tormentarlo con minacce anche sul cellulare.
Gli atti di bullismo possono avvenire a scuola, ma anche nel tragitto casa-scuola, negli spogliatoi e nei bagni, dove la vigilanza dei docenti non è così pressante, o nei momenti di entrata e uscita. Il corso è servito anche per prendere coscienza di questa realtà, e sapere che «intraprendere un viaggio interiore per i figli come per gli adulti non è un optional. Fondamentale l'educazione a sviluppare le competenze di vita (life skills) come l'autostima, l'empatia, la comunicazione». Presenti all'incontro, oltre a molti genitori, Paola Trespidi dello Ial, e il professor Adriano Grolli, vicario della dirigente scolastica Carla Maffini.

Donata Meneghelli

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