Mercoledì 27 Luglio 2005 - Libertà
Gerberto, anello fra la cultura araba e latina
Il convegno a Bobbio per la presentazione dell'ultimo numero della rivista Archivum Bobiense
Moderato dal direttore l'avvocato Danilo Biancospino, si è tenuto a Bobbio il convegno di presentazione-anticipazione dell'ultimo volume della rivista Archivum Bobiense, dal titolo "Vidi et gauisum sum", volume, composto da 512 pagine e circa 120 tavole, che uscirà nel corso del prossimo autunno e la stampa sarà concretizzata grazie al finanziamento di diversi enti. Il sindaco Roberto Pasquali, dopo i saluti di rito, nonostante la preoccupazione per i tagli alla cultura della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha espresso soddisfazione per il ritorno dei documenti degli archivi storici bobiensi, lo scorso anno portati a Piacenza per essere inventariati. Cornice del prestigioso convegno è stato l'Auditorium di Santa Chiara. Relatori sono stati il professor Osvaldo Garbarino dell'università di Genova, che ha svolto la relazione Organizzazione plebana nell'Appennino Ligure-Toscano; il professor Flavio Nuvolone dell'università di Friburgo, con La cultura araba a Cordoba e la formazione scientifica di Gerberto; il professor Mario Pampanin dell'università di Pavia e presidente dell'associazione, con Il Generale Giuseppe Bellocchio comandante del Clnai e della Piazza di Milano. Garbarino, già noto ai lettori di Archivum per la sua collaborazione ad uno studio condotto assieme al professor Duilio Citi e per una monografia pure recensita sulla stessa rivista, ha presentato lo studio Pievi, Monasteri e distretti altomedievali tra Levante Ligure e Toscana, nel quale compie un ampio percorso che ha come punto di partenza e di riferimento proprio la fondazione colombaniana dell'abbazia di Bobbio, quale depositaria di funzioni amministrative civili, quindi quale supporto, e in stretta simbiosi, delle strutture distrettuali pubbliche, per poi reinteressarsi al territorio abbaziale, ma non solo, ai fini di evidenziare il quadro organizzativo di chiese, parrocchie e pievi in contesti cronologici e territoriali relativamente omogenei. Insediamenti nel demanio pubblico, che da strategici e decentrati, evolvono verso forme di colonizzazione e di distrettualizzazione civile e religiosa. Altro argomento del convegno è stata la recensione del professor Nuvolone della tesi di Marco Zuccato elaborata in Australia presso l'università di Melbourne. "Zuccato sottolinea nel volume degli atti del convegno (Studia 5) una parentela indubitabile di provenienza araba nella struttura del mappamondo celeste - ha commentato Nuvolone - Nella tesi ne dà tutt'un novero assieme alla ricostruzione storica di tali scambi tra l'Andalusia (essendo Al-Andalus il nome arabo delle terre di Spagna da loro occupate, ndr) e la Catalogna e all'analisi della Storia di Richero (biografo di Gerberto)". Cordoba, la capitale dell'allora Califfato arabo, era un centro culturale di prim'ordine, con una biblioteca straordinaria indicata con oltre 400mila opere, "in osmosi costante con Bagdad e l'Egitto, altri due centri culturali essenziali per la storia delle scienze - ha proseguito Nuvolone - La conoscenza di trattati scientifici d'astronomia, di scritti sull'astrologia e la simbologia numerica, di trattati di matematica si affianca così alla trasmissione delle cifre indo-arabe e alla simbologia quali si notano nel Carme figurato redatto a Bobbio". Gerberto si conferma quindi l'anello di congiunzione fra la cultura araba e quella latina del tempo ed il portatore dei numeri, oggi alla base della nostra civiltà: le cifre indo-arabe. Infine, il professor Pampanin, presidente dell'associazione Amici di Archivum Bobiense, nella sua relazione ha tracciato la storia di persone e fatti della Resistenza, grazie alle note redatte dal comandante Italo Londei (presente a Bobbio), in particolare l'attività del generale Giuseppe Bellocchio, nel quadro del Comando della Resistenza in Alta Italia e di quello della Piazza di Milano. Nell'articolo di Londei viene riprodotto integralmente il Rapporto d'attività dello stesso generale, consegnato alle autorità competenti nel maggio 1945. Il testo è introdotto da Londei, in riferimento all'attività militare preresistenziale di Bellocchio, e annotato con documenti e lavori d'altra provenienza. Pampanin infine ha ricordato che il volume 26 della rivista esce nel sessantenario della conclusione della Resistenza.
PAOLO CARINI