Lunedì 16 Giugno 2008 - Libertà
"Bengalli", Capova strega la giuria
Applausi a Vilbonesi (secondo) e Gullotta (terzo) premiato da "Libertà"
Piacenza - Come ha fatto il Valtidone Festival ad acquisire in tempi brevi tale prestigio internazionale? Professionalità, solo professionalità da parte di tutti. Degli organizzatori, soprattutto, che sono riusciti ad attrarre, in undici anni, solisti e gruppi bravissimi ma anche docenti qualificatissimi per i Valtidone Summer Camp, i corsi di perfezionamento post-diploma per giovani musicisti. Gli organizzatori hanno poi coinvolto non solo i comuni della Valtidone ma anche motivati sponsor privati, nonché catturato un pubblico, sempre più interessato ed eterogeneo, per concerti ed iniziative sempre gratuiti. Come suggello, la recente formalizzazione della Fondazione Musica Valtidone ha rafforzato la struttura, garantito solidità finanziaria ed istituzionale.
L'altra sera all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano si è svolto un appuntamento importantissimo: la presentazione dei vincitori del Concorso internazionale di pianoforte "Silvio Bengalli" e la consegna del premio "Libertà" - istituito 5 anni fa in occasione del 120° anno del quotidiano - ad un finalista, secondo le preferenze del pubblico. Brillante presentatore Giovanni Palisto, che ha subito sottolineato «l'importanza della serata non solo a livello provinciale. Quest'anno addirittura 88 candidati provenienti da quasi 30 paesi».
Alla finale ne sono stati ammessi 8: An Jong Do (Repubblica coreana), Rebecca Capova (Irlanda/Repubblica Ceca), Chen Chih-Yun (Taiwan); Masataka Goto (Giappone), Giuseppe Gullotta e Mattia Mistrangelo (Italia), Kyung-hwa Moon (Repubblica Coreana) e Viller Vilbonesi (Italia). Tra questi, un'ulteriore selezione: in finalissima solo Capova, Gullotta e Vilbonesi. Ma, prima della consegna del "Bengalli", i tre hanno eseguito diversi pezzi per dimostrare le proprie capacità al pubblico.
Capova ha proposto 3 pezzi per pianoforte - Burlesca, Intermezzo e Toccata - di Klement Slavicky; Gullotta il 2° e 3° movimento da Petrouchka di Igor Stravinskij e Vilbonesi la celeberrima Barcarola di Frédéric Chopin.
Livio Bollani, direttore artistico ed organizzativo della rassegna, ha quindi presentato i componenti della giuria, pianisti di fama mondiale: il presidente Sergio Perticaroli, docente all'Accademia di Santa Cecilia a Roma e al Mozarteum di Salisburgo; Dimistri Bashkirov, georgiano, docente a Mosca, Madrid e Salisburgo; Ratko Delorko, austriaco, docente alla Hochschule di Francoforte; Ayami Ikeba, giapponese, docente all'Universitat fur musik di Graz; Pavel Gililov, russo, docente a Colonia, Salisburgo e direttore artistico del Concorso pianistico internazionale "Beethoven" di Bonn. Alla serata erano assenti Carlo Levi Minzi e Siro Saracino.
Un primo momento di suspense è avvenuto con la consegna del premio "Libertà" direttamente da Donatella Ronconi, presidente Editoriale Libertà, che ha ricordato «come al solito il livello è molto alto, da parte mia ho sentito una presenza molto forte di uno di voi. Ma è stata tutta la sequenza comunque forte» e il pubblico ha preferito la sensibilità e la "forza" di Gullotta.
Sul palco c'erano anche i rappresentanti dei Comuni della Valtidone: Franco Azzalin, vicesindaco di Borgonovo, Andrea Barocelli, sindaco di Gragnano Trebbiense, Sabrina Gallinari, sindaco di Sarmato, e Luigi Zani della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
A nome di tutti, Gallinari ha ricordato che «questa manifestazione rafforza gli eventi musicali della Valtidone, con la Fondazione Musica speriamo si possa migliorare ancora. La forza dell'associazione darà uno slancio, lavorando insieme, per una migliore sinergia. Ringrazio tutti coloro che ci hanno sostenuto».
Infine un altro momento di suspense per il tanto atteso "Bengalli": prima, meritatissima, con motivazione all'unanimità da parte della giuria come non accadeva da anni, l'ispirata Capova, secondo Vilbonesi e terzo Gullotta. Cerimonia importante, dunque, con un pubblico partecipe e grande interesse dei media per una manifestazione sempre più cosmopolita.
Fabio Bianchi