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Giovedì 23 Dicembre 2004 - Libertà

Jazz in Fondazione, auguri "improvvisati"

Il Gianni Azzali Quartet ieri pomeriggio tra classici e brani originali,tanti applausi

Ieri è stato un concerto a riempire il pomeriggio del tradizionale scambio di auguri della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Sant'Eufemia. All'aditorium Santa Margherita c'era jazz e il Gianni Azzali Quartet. E c'era un'esibizione che restituiva soprattutto grande senso della misura. Quando si ascolta un complesso, di solito la prima cosa da capire è se chi si ha davanti sia capace di suonare. Fortunatamente, quando si ascolta jazz è pressoché impossibile incontrare musicisti improvvisati. Dando per scontata la risoluzione positiva del quesito originale, si può passare ad un fiume di nuove domande. Tra cui, appunto, quale sia la caratteristica saliente di questi o quelli, perché una cosa piace e l'altra meno. Certo, sono curiosità pretenziose. A dare una risposta si prova comunque lo stesso. La risposta, in questo caso, è immediata, arriva già dai primi istanti di questo concerto e non abbandona neanche all'ultima nota. Con Gianni Azzali (sax e flauto), Erminio Cella (pianoforte), Mauro Sereno (contrabbasso) e Luca Mezzadri (batteria), musicisti tutti di comprovata capacità e sensibilità, si capisce la differenza tra chi è bravo a suonare e chi, oltre a ciò, conosce molto bene i suoi compagni di avventura. Che sono gli altri della band, ma anche gli strumenti. Che nel concerto di ieri sono di colori e tocchi esemplari, mentre esprimono, i musicisti, con coscienza di maturità affascinante. Si inizia con I love you di Cole Porter, uno standard rifatto in dolcissima panna. Si prosegue rimirando il mondo jazz di Duke Ellington, attraversando canto e controcanto con l'espresso Take the "A" train . Veli soffici e capogiri di sax in All the things you are/The nearess of you di Hoagy Carmichael; vento leggero che ammorbidisce la memoria con Autumn Leaves di Joseph Kosma, un brano incredibilmente pieno ed emozionante, che si diverte a tormentare con mulinelli, impasti voluttuosi voraci di musica, di armonia. Donne, una partitura di Azzali, si espande lenta su sabbia ritmica. Il tema dei Flintstones (esatto, il cartone animato) è la scusa per un jazz allegro ed impetuoso, sullo sfondo di una cascata di piano. Ninna Nanna per Federico, brano composto da Cella, risplende di un canto azzurro e sereno, che ama fantasticare tra le nuvole, mentre la ritmica culla. Finale natalizio con White Christmas e Jingle bells e auguri di buon Natale e felice anno nuovo dal presidente della Fondazione, Giancarlo Mazzocchi. Per tutti gli intervenuti, buffet e una copia del calendario 2005 della Fondazione, dedicato alle bellezze dei musei di Piacenza e Vigevano.

r. ans.

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