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Sabato 17 Maggio 2008 - Libertà

Municipale, la Costa tra l'anima e i tanghi di Gardel

Concertistica: Lella in scena con Concetti, testo e regia della Cucchi, alle 18.30 l'incontro con l'attrice

Piacenza - La stagione concertistica del Municipale di Piacenza, organizzata dalla Fondazione Arturo Toscanini, chiude con un appuntamento originale e interessante: stasera alle ore 21 va in scena Il passo dell'anima. Il mito di Carlos Gardel, con Lella Costa e il basso-baritono Andrea Concetti; la regia e la drammaturgia sono curate da Rosetta Cucchi.
Un concerto-spettacolo (preceduto alle 18.30 nel Ridotto del teatro da una conversazione condotta con Lella Costa dal critico teatrale Enrico Marcotti) tra musica, danza e prosa che racconta poeticamente la storia di una delle personalità più affascinanti quanto misteriose della storia della musica del Novecento quale si può considerare Carlos Gardel: questo è Il passo dell'anima, che si configura come un viaggio alla ricerca dell'essenza più profonda di un paese, l'Argentina, luogo di grandi sogni e speranze di un popolo in movimento, in un cammino a ritroso che si spinge fino a rintracciare le origini del mito di Carlos Gardel, il popolare tanguero di fama internazionale.
I celeberrimi brani di Gardel, curati per le trascrizioni e la direzione musicale da Marco Galarani - "Cuesta Abajo", "Melodia de Arrabal", "Por una Cabeza", "Tomo y Obligo", "Mano a Mano", "Lejana Tierra Mia", "Sus ojos se cerraron", "Mi Buenos Aires Querido", "El Dia que me queras", "Volver" (quest'ultima è la canzone che ha dato il titolo all'omonimo film di Pedro Almodovar, con Penelope Cruz) - verranno eseguiti in scena dall'Ensemble della Filarmonica Arturo Toscanini con la partecipazione di Davide Vendramin, bandoneon; a fare da contrappunto alla musica, intermezzi di danza, interpretati da Giada Scimeni e Gaetano La Mantia, e soprattutto le inconfondibili voci del basso-baritono Andrea Concetti e dell'attrice Lella Costa.
Rosetta Cucchi, regista e autrice del testo, così illustra la genesi dello spettacolo: «Mi sono avvicinata a Gardel ascoltando le sue magnifiche canzoni, e ho iniziato a indagare sulla vita di questo tanguero che può considerarsi a pieno titolo il "padre del tango", in particolare del tango-canzone: il tango si è sviluppato anzitutto nel ballo, ma il primo che ha creato vere e proprie canzoni è stato Gardel. I suoi brani hanno testi straordinari, autentiche opere poetiche. Ho deciso di scrivere il testo dello spettacolo, che poi Lella Costa ha accettato di interpretare, spinta dalla curiosità circa la vita avventurosa di questo vero e proprio "mito", di questo eroe la cui vita è circondata da un alone di mistero che ne ha accresciuto enormemente il fascino. Anche per questo fascino misterioso, Gardel è diventato così celebre in Argentina, un Paese che attraversava una grave crisi di identità e che Gardel con la sua musica e la sua storia personale ha saputo far sognare».
Lo spettacolo intreccia diversi linguaggi, la musica, il canto, la recitazione, la danza.
«Lo spettacolo - dice la Cucchi - racconta Gardel come uomo, in un continuo susseguirsi tra la parola e la musica. Lella Costa, raccontando il testo, fa entrare il pubblico nell'atmosfera di quel periodo e nella vita di Gardel: il racconto è inframezzato dalle più celebri canzoni eseguite da sei musicisti, con la voce di Andrea Concetti - che tra l'altro assomiglia molto fisicamente a Gardel. Ci sono poi i ballerini, che ho scelto di far danzare, insolitamente, non sulla musica, bensì sulla parole recitate, a sottolineare il carattere innovativo del tango-canzone di Gardel e il valore fondante che in esso assume la parola».

Chiara Merli

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