Giovedì 1 Maggio 2008 - Libertà
«Rossini, impegnativo ma piacevole»
Parla il mezzosoprano che sabato parteciperà all'evento "Tutto Rossini" al Municipale
Hadar Halevy: lo adoro, è il padre della musica italiana
Piacenza - Sabato alle 21 si rinnova l'appuntamento con la stagione concertistica del Municipale curata dalla Fondazione Arturo Toscanini. L'evento "Tutto Rossini" sarà guidato dall'autorevole bacchetta del grande direttore d'orchestra e musicologo Alberto Zedda, sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini. Al concerto partecipano due splendide voci femminili: quella del soprano Olga Peretyatko e del mezzosoprano Hadar Halevy. Nel concerto avrà un ruolo fondamentale anche il Coro del Teatro Municipale di Piacenza, come sempre magistralmente diretto dal maestro Corrado Casati.
Il programma del concerto fa trasparire, nella sua originalità, un Rossini meno popolare, più intenso e drammatico. A partire dalla Sinfonia ed Introduzione per mezzosoprano e Coro maschile dell'Ermione, opera tragica scritta tra il 1818 e il 1819 per il teatro di Napoli. Il cuore della serata, che si concluderà con le Danze del Guglielmo Tell, è rappresentato dalle Cantate La morte di Didone e Giovanna D'Arco. Quest'ultima sarà interpretata dal mezzosoprano Hadar Halevy.
Nata in Israele, Halevy ha completato gli studi a Tel Aviv e alla Juilliard School di New York. Si è aggiudicata prestigiosi concorsi internazionali e ha iniziato la carriera alla New Israeli Opera cantando Carmen, poi Charlotte (Werther), Idamante (Idomeneo), Giulietta e Nicklausse (Les contes d'Hoffmann) e La belle Hélène di Offenbach. Ha preso parte a concerti con la Israel Philharmonic Orchestra diretta da Zubin Mehta ed è apparsa nei più importanti teatri e festival europei. In Nord America, con la New York Philharmonic, ha cantato nel Lament to Yitzhak Seltzer con Kurt Masur e ne La belle Hélène al Portland Opera. Si è imposta all'attenzione internazionale nel 2002 al Festival di Wexford con Il giuramento di Mercadante. Da quel momento ha affrontato ruoli importanti a Tolosa, Berlino e New York.
Halevy in Italia ha debuttato al Carlo Felice di Genova ne La donna del lago di Rossini, proprio diretta da Zedda. In seguito, al Teatro Massimo di Palermo in Carmen e al Rossini Opera Festival in Mathilde de Shabran. Nel 2005 ha affrontato Arsace (Semiramide) a Berlino, l'Ariodante di Haendel a Francoforte e Isabella (L'italiana in Algeri) a Dresda; ha cantanto nel Giulio Cesare di Haendel ad Amburgo e a Tel Aviv e, al fianco di Marcelo Alvarez, nel Werthèr a Bari e in Carmen a San Francisco. Ha effettuato con successo tournée in Europa e in Cina.
Recentemente, Halevy è ritornata alla Deutsche Oper di Berlino per La donna del lago con la direzione di Zedda mentre al Théâtre de La Monnaie di Bruxelles ha cantato nel Giulio Cesare
Signora Halevy, interpretare Giovanna D'Arco in una Cantata drammatica come quella di Rossini è piuttosto impegnativo.
«Ha ragione, lo è davvero. Ma è così piacevole... Rossini, che io adoro, è il padre della musica italiana. Come mezzosoprano, con la voce più scura come la mia, trovo nel repertorio rossiniano molti ruoli interessanti e vale la pena affrontare anche quelli meno popolari. Non c'è solo Carmen, insomma, così come non ci si deve fermare al solo repertorio buffo. Per questo la Cantata Giovanna D'Arco è impegnativa ma fondamentale per un mezzosoprano. Un brano immancabile nel proprio repertorio, intenso e irresistibile».
Com'è lavorare con una grande autorità rossiniana come il maestro Alberto Zedda?
«E' per me una grande occasione, un piacere e un onore. Non lo dico per dire: ogni volta che il maestro Zedda mi ha chiamata, io sono corsa. E' accaduto anche stavolta. E fin dalle prove ne è valsa la pena. Nella Cantata Giovanna D'Arco ci sono tutti i sentimenti. Esprimerli significa utilizzare ogni sfumatura di colore, di espressione. Farlo con un maestro come Zedda è un'esperienza unica».
Quale repertorio affronterà dopo questo?
«Il mese prossimo, guarda caso, interpreterò Carmen all'Opera di Roma con il tenore Alvarez. Poi la porterò in tour, praticamente la canterò ovunque nei prossimi mesi. Ma sarò anche a Pesaro, dove canterò nel Maometto II. E ci sarà spazio anche per il repertorio Barocco, che amo molto e che coltivo di pari passo con quello operistico d'epoca ottocentesca».
Eleonora Bagarotti