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Venerdì 25 Aprile 2008 - Libertà

Favaro sul parallelo tra estetica musicale e letteraria del '900

Nella conferenza al "Cassinari"

Piacenza - I programmi didattici ministeriali non sempre esauriscono la domanda formativa, talora servono iniziative alternative per sensibilizzare gli studenti soprattutto degli istituti superiori. Come l'interessante progetto Itinerari della musica contemporanea, incontri da diversi anni organizzati dal liceo artistico statale "Bruno Cassinari" in collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano. Intitolato "Principio di razionalità e formatività nelle arti", iniziato nel novembre scorso ed articolato in numerose conferenze, analizzava quest'anno il complesso rapporto tra razionalità e creatività, razionalità come fine dell'estetica. Roberto Favaro (1961) - filosofo, musicologo, docente all'Accademia di Brera ed all'Istituto universitario di architettura Venezia (Iuav) - ha tenuto l'ultima conferenza, "L'ascolto del romanzo. Riflessioni sul rapporto musica e letteratura", in una gremitissima aula magna. Un tema centrale della proteiforme cultura contemporanea è proprio la dialettica musica-letteratura qui riletta mediante il romanzo, strumento ideale per comprendere sensibilità ed interiorità dello scrittore. La grande musica arricchisce il romanzo, arreca un surplus narrativo: «Il romanzo è finzione. Bisogna saper vedere attraverso l'immaginario. L'occhio codifica i segni vicino ad uno spartito musicale. La scrittura viaggia in parallelo con la mutazione musicale passando dall'oralità alla civiltà della scrittura. L'annotazione musicale si è perfezionata con la scrittura, era stenografia e promemoria».
Questo è un punto centrale della secolare interazione: «Quando la musica è diventata di massa ha coinvolto gli spettatori. Nell'epoca della riproducibilità la musica deve essere scritta in modo dettagliato. Deve dire sempre di più attraverso il segno come lo scrittore affina la tecnica letteraria». Ma c'è anche una questione di metodo: «Decisivo il fatto che si impari a leggere in silenzio. Quando cominciamo a leggere il romanzo, perdiamo la dimensione spazio-temporale». E non dimentichiamo il fattore emotivo, cioé «la capacità di condensare tutto in un universo sensoriale, dopo l'iniziale "non capire" c'è il complesso dell'emozione». Favaro, proiettando brani tratti da famosi romanzi accompagnati da musiche caratteristiche del periodo, ha dimostrato «come lo scrittore stesse gestendo ed orchestrando suoni con le vicende. Suoni non casuali ma che si intersecano con la vita reale. Colonna sonora in senso stretto». Fra i testi proposti Il giorno del giudizio di Salvatore Satta, Passeggiata in tram in America e ritorno, Dino Campana, La cognizione del dolore, Carlo Emilio Gadda, La coscienza di Zeno, Italo Svevo, Il piacere e La vergine delle rocce, Gabriele D'Annunzio, Una questione privata, Beppe Fenoglio.
Nel primo livello emerge la funzione psicologica della musica, nel secondo «il paesaggio sonoro, gli scrittori deformano il paesaggio attraverso l'orecchio del personaggio». Didattica evoluta, dunque, argomenti pregnanti, approccio diverso oltre nozioni ed obbligatori corsi di base merito anche del coordinatore Antonio Romano, docente al "Cassinari".

Fabio Bianchi

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