Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Giovedì 17 Aprile 2008 - Libertà

«I cantieri del petrolio assumono»

Cattolica - Affascinante lezione di geopolitica a sfondo energetico del "numero due" di Saipem
Il top-manager Bernini: molte opportunità per i giovani

Servono ingegneri capaci in giro per il mondo, sui cantieri petroliferi. Non solo. Sono preziosi come diamanti i project controllers in grado di monitorare costi e resa economica dei progetti. E per chi è disposto a passare l'ottanta per cento del suo tempo in Nigeria o in Brasile, guadagno e crescita professionale sono assicurati. Peccato che pochi siano propensi a "sacrifici" d'inizio-carriera. Lo ha raccontato il top-manager Alessandro Bernini, direttore finanziario di Saipem, ad un'attenta platea di studenti della Cattolica nell'impartire un'affascinante lezione di geopolitica dell'energia. Il "numero due" di Saipem, originario della Valtidone, è stato presentato da Sergio Giglio (presidente Confindustria) e da Marco Elefanti, docente di economia aziendale. A porre domande, Giacomo Marazzi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Bernini torna a Piacenza per portare l'esperienza di una prestigiosa carriera in Saipem: dai pozzi di Cortemaggiore al più grande e internazionale "turnkey contractor" (36mila dipendenti) dell'industria petrolifera. Saipem è un operatore capace di attuare progetti chiavi in mano estremamente complessi in aree remote, in acque profonde (ha il record di estrazioni a 3.300 metri) per lo sfruttamento di gas o greggi difficili («il petrolio non si trova più sotto pochi metri di sabbia»), dall'Africa all'ex Unione Sovietica, dall'Asia al Medio Oriente.
Con grande chiarezza espositiva, Bernini ha disegnato un affresco del mercato energetico («gasolio e carbone soddisfano l'85 per cento dei fabbisogni mondiali»), ha parlato della crescita impressionante del consumo energetico spinta da India e Cina, della difficoltà per le società petrolifere di rimpiazzare le riserve erose. Anche i giacimenti al top in Arabia e Kuwait sono in declino, mentre un enorme riserva è stata scoperta in Brasile. La ricerca è sostenuta al massimo e le compagnie petrolifere tendono ad affidare in toto il rischio di realizzare studi, ricerche e progettazione di impianti di sfruttamento a società esterne, service provider come Saipem. La nuova frontiera? Gli studi sulla liquefazione del gas da effettuare con impianti eco-compatibili. Mentre la tecnica per estrarre in condizioni sempre più complesse e proibitive incontra degli ostacoli spesso umanamente insuperabili. In quanto al valore di queste imprese globali, lanciate in una corsa estrema che ha come palcoscenico l'intero pianeta, risiede sempre in tre fattori cruciali: «Componente umana, tecnologia e internazionalizzazione». E questo tema si innesta sulle aspirazioni di tanti giovani: «Le università non riescono a sfornare tutte le competenze ingegneristiche ed economiche necessarie». E chi le ha, è chiamato a viaggiare. «Spesso troviamo queste competenze in India» avverte Bernini. E sulle doti professionali, una è innata: «Essere italiani è una leva importante in questo mestiere». Gli americani sono accolti male, i francesi sono visti come colonizzatori. «Noi veniamo accolti benissimo da tanti Paesi, dove andiamo senza arroganza e con grande disponibilità a far crescere le maestranze locali». Una lezione manageriale e umana insieme.

Patrizia Soffientini

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio