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Lunedì 20 Dicembre 2004 - Libertà

La lunga epoea del K2: le testimonianze

Presentato agli amici dell'arte il film del 1954 e il libro di Carlo Francou


Con la proiezione del film "Italia K2" del 1954, nella sede dell'Associazione Amici dell'Arte, la sezione piacentina del Cai ha concluso gli appuntamenti per la celebrazione dei 50 anni dalla conquista della seconda vetta del mondo. Dell'avvenimento sono stati evidenziati i legami diretti con Piacenza, attraverso le figure del topografo Cesare Calciati e dei medici Guido e Leonardo Pagani. Il volume "K2, i piacentini in Karakorum" di Carlo Francou per le edizioni d'arte Tep raccoglie testimonianze scritte e fotografiche sulle tappe fondamentali di una lunga epopea. Ad arricchire la pubblicazione, anche il fortunato (e fortuito) ritrovamento nella biblioteca degli Amici dell'Arte - ha spiegato il presidente del sodalizio, Lino Gallarati - di un album con le fotografie del biellese Vittorio Sella, che aveva partecipato all'impresa guidata dal Duca degli Abruzzi nel 1909. Tentativo di salire sul K2 che non fu coronato dalla vittoria, ma che ha lasciato immagini ammalianti della bellezza di quella montagna, inviolata fino al '54. Il presidente della sezione locale del Cai, Bruno Scotti, ha sottolineato che, con l'anniversario della storica conquista, l'associazione ha voluto soprattutto ricordare Guido Pagani, medico della spedizione di Ardito Desio, e padre di Leonardo, tra i partecipanti della missione celebrativa della scorsa estate. Il Cai era riuscito a riunire, in una serata svoltasi a fine ottobre in Fondazione, tre protagonisti dell'avvenimento: lo stesso Leonardo Pagani, il capo spedizione Agostino Da Polenza e il responsabile delle comunicazioni Daniele Palazzina, di Codogno. Con loro, anche Ugo Angelino, accademico del Cai e compagno di tenda di Guido Pagani nel '54. Francou ha presentato l'altra sera una specie di prologo alla conquista del K2, mostrando immagini di Cesare Calciati, uno dei primi a spingersi in quella zona montuosa tra il Kashmir e la Cina, nel 1908, '11 e '13. "Le mappe tracciate allora - ha precisato Francou - non conservano solo un valore storico, ma sono state utilizzate anche in seguito e alcune lo sono tuttora". Le fotografie fanno vedere, ad esempio, come venivano montati i campi e quali trasformazioni si siano prodotte anche tra i ghiacciai di altitudine così elevata, comunque soggetti al fenomeno del ritiro. La serata è proseguita con il film-documentario realizzato dal Cai nel '54, con le riprese girate in loco da Mario Fantin e, sulla vetta, da Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. Una proiezione molto interessante, anche per capire come è stato vissuto all'epoca, a dieci anni dalla fine della guerra, l'evento. Sullo schermo: i pionieri dell'alpinismo (con l'ascesa sul monte Bianco), la preparazione a Milano della squadra di Desio (con i duri test di selezione tra i tanti aspiranti), la speranza e lo scetticismo per l'esito della spedizione, la fatica e i pericoli da superare per arrivare in vetta, il dolore per la scomparsa di Mario Puchoz e, infine, la soddisfazione per l'obiettivo raggiunto, riscatto dell'orgoglio nazionale. Tra il pubblico, la vedova Imelde Pagani che ha rivisto il marito con i compagni tra la neve e il ghiaccio del K2. Il volume è in vendita a prezzo scontato alle sedi del Cai e degli Amici dell'Arte.

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