Martedì 29 Aprile 2008 - Libertà
La natura vista dai giovani artisti
"Land art": mostra-concorso a San Pietro in Cerro
Ha aperto nei sotterranei del castello di San Pietro in Cerro, la collettiva Land art, mostra delle opere di giovani artisti che hanno partecipato al Premio "Oscar Signorini" promosso dall'omonima fondazione milanese che a San Pietro cura il Museum in Motion voluto dal mecenate Franco Spaggiari. Il Premio quest'anno si è intrecciato con il progetto europeo Terre Traverse di cui il Mim è partner (ente capofila è la Provincia di Piacenza e Comune promotore quello di Fiorenzuola). Il concorso quest'anno ha proposto come tema la lettura artistica del paesaggio delle terre traverse, tra Alseno e Villanova.
Clara Carpanini, curatrice della mostra, sottolinea come gli artisti offrano "occhi nuovi" per guardare i luoghi più prossimi, che cessano così di essere "scenari neutri della nostra quotidianità", per venire riscoperti. «Il territorio è un'opera d'arte - aggiunge l'assessore di Fiorenzuola Carla Danani -. La più corale che l'umanità abbia espresso, e prende forma nel dialogo vivente con le comunità capaci di essere operose e di contemplare. Comunità che sanno accarezzare le rughe della terra e conoscono il sapore della pioggia, che conservano e proteggono i segni della loro storia con il futuro negli occhi».
Ha il futuro negli occhi, e custodisce il passato impresso nella terra, Ilaria Locati, sensibile artista originaria di Milano, trasferitasi sulle colline di Vernasca, sopra la diga di Mignano, per abitare e far parlare la natura, senza mai usarla. «Il mio ambiente sono i boschi. Raccolgo semi, materiale, paglia, terra, ossa di animali, penne, qualsiasi traccia che la natura silenziosa ci lascia e che abitualmente passa inosservata». Un contatto sensoriale, visivo, tattile, il suo. Un incontro con la natura, un attraversamento, che non lascia indifferenti. E' un gesto artistico quello del raccogliere, catalogare, custodire, operato da Ilaria. E questo gesto si prolunga nelle sue opere-segno. Tra i segni in mostra nei sotterranei del castello, preziosi scrigni che custodiscono semi. L'artista li ha chiamati Il segreto della natura. In un'altra stanza delle cantine, spuntano dal pavimento sconnesso, semi di faggio ingigantiti, fatti di paglia, ferro, sabbia, argilla, presa dalla terra della Valdarda. Nell'opera L'attesa, un grosso baccello è appoggiato su alcuni sacchi di semi. Si attende che anche il baccello si apra, e produca nuovi semi. E, a chi la sa vedere, si intravede una scritta incisa sul legno: "Quando gli uomini riapriranno gli occhi alla natura".
Ilaria Locati è una delle due artiste segnalate dal Premio Signorini di quest'anno. Si è meritata una segnalazione anche Annaluigia Boeretto, in arte Annalù: la sua installazione acquista ancora più fascino collocata com'è sulle scale dei sotterranei del castello, un ambiente fiabesco. Annalù ha trasformato antiche sottovesti femminili in funghi, elemento anch'esso del bosco, curioso, o velenoso, nutriente o perturbante. Lavorando con le resine queste vecchie sottovesti, Annalù ha trasformato un elemento femminile e intimo, in elemento naturale. Utilizzando i materiali del quotidiano, ha dato un altro senso, giocando anche con la parola fun-go, tra l'inglese e l'italiano (dove fun significa divertente, e go è il verbo andare).
Vincitore del premio, come già annunciato nei giorni scorsi, è stato Marco Bongiorni, 26 anni, milanese, con i suoi disegni a grafite su carta. «La pianura padana è piatta come un foglio di carta», dice l'artista spiegando le ragioni della sua scelta. «Mi è parso così che il modo più coerente per avvicinarmi a questa terra, fosse farlo disegnandola, o meglio percorrendola, come fa la matita sul foglio». Tra gli artisti in mostra anche Elena Baila, con un lavoro tra video, foto e poesie dedicato all'acqua del Po, Elena Mochetti con i ritratti di adolescenti nomadi che vivono sul fiume ai margini della città, tra fango e metallo. Ci sono anche Filippo Barbieri, Umberto Corni, Pietro Giromini, le artiste polacche Anett Gályász e a Iwa Kruczkoskwa, che incornicia nei suoi lavori (disegni a pastello) porte e finestre, frammenti di antichi edifici ma anche varchi verso il futuro. A giudicare i giovani artisti, una giuria composta da Clara Carpanini, Stefano Fugazza, Grazia Chiesa (direttrice della Fondazione Signorini), Pamela Marenghi (project manager di Terre Traverse), Roberta Castellani del Mim.
DONATA MENEGHELLI