Sabato 19 Aprile 2008 - Libertà
Nella casa dell'uomo primitivo
Travo
Travo, la capanna neolitica impreziosirà il Parco archeologico
TRAVO - Il Parco archeologico, inaugurato nel settembre 2006, è il primo in Italia e il terzo in Europa per la sua peculiare caratteristica nella conservazione "a vista" delle strutture preistoriche portate alla luce dalle campagne di scavo che, nell'area di Sant'Andrea, continuano dal 1995 fino ad oggi. Un progetto ancora lontano dall'essere concluso: 75mila euro in arrivo dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano verranno investiti per il completamento del villaggio neolitico di Sant'Andrea. Finanziamento al quale si aggiungono i 40mila euro all'anno della Regione nel triennio che va dal 2007 al 2009 e i 20mila annui versati dal Comune di Travo. «Puntiamo molto sul parco - ha detto il sindaco Albino Cassinari-. Con questi finanziamenti sarà possibile concludere l'attesa capanna neolitica ma anche aggiungere nuovi servizi, arredi, aree di ristoro che renderanno più agevoli le visite. Sarà costruito un pozzo per permettere alla vegetazione autoctona, la stessa del neolitico, di crescere e si metteranno diverse protezioni e coperture agli scavi già effettuati».
E sarà proprio la costruzione della capanna a dare al parco una marcia in più, come conferma Maria Maffi, direttrice del Museo e del Parco archeologico: «La capanna sarà ricostruita com'era nel neolitico, stesse dimensioni, stessi materiali (legno e paglia) e avrà la stessa ripartizione degli ambienti; ci sarà una zona per la cottura e la preparazione dei cibi, una zona con il telaio e una per il riposo. Questo significa che sarà più facile, anche per i profani, capire le strutture preistoriche. L'impatto sarà soprattutto visivo e si riuscirà così a catalizzare meglio l'attenzione di visitatori, scolaresche e famiglie». Una seconda tranche di lavori considerata significativa anche da Roberto Zermani, presidente onorario dell'associazione "La Minerva": «Adesso chi visita il parco può osservare la fondazione della capanna in terra battuta e ciottolame, ovvero le tracce che sono servite per costruire il modellino di capanna presente al museo e sulle quali si baserà la costruzione della capanna in dimensioni reali». Sarà quindi un'opportunità per far conoscere meglio il parco che, sottolinea Zermani, «si differenzia per il fatto che per la prima volta, per quanto riguarda questo periodo storico, è stata tutelata anche l'area di scavo». Ma il sito di Sant'Andrea non è stato ancora del tutto esplorato: il gruppo "La Minerva", il cui direttore è Walter Tagliaferri, in collaborazione con la Soprintendenza ai beni archeologici e alla dottoressa Maria Bernabò Brea, con l'Università di Lione, ogni anno, nel periodo estivo, portano avanti gli scavi in questi terreni pieni di storia.
Silvia Merlini