Giovedì 24 Aprile 2008 - Libertà
Viaggio nel mondo di Lalla Romano
Al liceo "Gioia" l'inaugurazione della mostra celebrativa nel centenario della nascita della grande scrittrice
Foto, manoscritti, ricostruito il suo studio in Brera
C'è la scrivania vuota: sopra, la vecchia macchina da scrivere, la Lettera 22 che sembra abbandonata ma solo per un attimo. La Scrittrice potrebbe apparentemente tornare da un momento all'altro: lo spirito di Lalla Romano sembra quasi aleggiare nell'ingresso del liceo "Gioia", tra le pareti stipate di libri che costituiscono il suo studio di cartone, allestito come introduzione al cuore vero della mostra Intorno a Lalla Romano. E allora l'iniziativa, patrocinata dal Ministero e dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Lalla Romano e promossa dal "Gioia" e dall'associazione "Amici di Lalla Romano" in collaborazione con il Comune, la Provincia, la Fondazione di Piacenza e Vigevano, la galleria Ricci Oddi, la biblioteca Passerini Landi, le edizioni Effigie, l'archivio "Grazia Cherchi", lo studio fotografico "Vincenzo Cottinelli", Cino Bocchi e Carlo Scagnelli, ha davvero preso il via: lo ha fatto con un'inaugurazione dal sapore ufficiale e nel contempo casalingo, come sarebbe probabilmente piaciuto alla scrittrice che con parole leggere ha attraversato l'interezza delle esperienze umane.
Ad essere esposta fino al 25 maggio (lun-sab 8.30-17.30) al Gioia, è la «conclusione del percorso integrato svolto dalla V ginnasio A - ha esordito la preside Gianna Arvedi, presente all'inaugurazione con Loredana Morace - che sancisce un legame fra la scuola e una scrittrice contemporanea spesso non contemplata nei programmi ministeriali». Ma ad essere intessuto è un "fil rouge" prezioso, che parte dai documenti più segreti per aprirsi alla tecnologia. «Un'esperienza unica di partecipazione e di confronto fra scrittura ed immagine - ha spiegato Antonio Ria, ideatore del progetto con Alessandro De Poli - che ha coinvolto i ragazzi nell'allestimento di una mostra diffusa nella città»: e l'esposizione attraversa infatti l'intera vita della scrittrice e pittrice, penetra fra le pieghe di un'anima golosa, di un "cardo selvatico", secondo una definizione dello storico dell'arte Lionello Venturi.
Ad emergere dalle teche che racchiudono una vita, lunga quasi un secolo quella della Romano, è lo sguardo di chi «è sempre andata al di là dell'immediata estemporaneità»: lo si coglie anche negli scatti di Cottinelli, presente all'inaugurazione a cui ha partecipato anche l'assessore provinciale Mario Magnelli ed alcuni rappresentanti degli enti sostenitori dell'iniziativa, patrocinata anche da Tempi Agenzia, Fati Due, Ediltuna e Groupama. E allora ad andare in scena è una sorta di viaggio, immaginario eppure profondamente reale, che parte «dalla ricostruzione dello studio nella casa di via Brera a Milano - ha precisato De Poli - per approdare alla visione dei manoscritti, dei dattiloscritti corretti a mano fino alle note di dedica su alcuni libri»: c'è l'intimità della Romano, ritratta con Soldati e Segre, Einaudi e Isella, e le lettere di Luca Baranelli e Gianfranco Bettini; c'è Lalla bambina, quella delle lastre originali che spuntano dall'album del padre Roberto, "dilettante fotografo" come figura scritto sulla copertina del suo album. Ci sono i materiali della nuova edizione del volume Scrittori per un secolo di Fofi e Giovannetti ed i lavori dei ragazzi, quelli svolti «su Tetto murato e Diario di Grecia, partendo dai documenti originali ed operando un'analisi, talvolta un confronto con Goethe o una traduzione in greco», spiega De Poli; ma soprattutto c'è l'amicizia con la scrittrice piacentina Grazia Cherchi, dapprima stimata e poi assurta ad «angelo custode nella vita e nella scrittura». E un mazzo di margherite bianche, dono usuale di quegli incontri fra la "jeune fille rangée" e la "romantica donna emiliana".
BETTY PARABOSCHI