Lunedì 14 Aprile 2008 - Libertà
«Per la prima volta Dante incontra
le anime beate»
Lettura-spettacolo sul "Paradiso"
PIACENZA - Vittorio Sermonti ha strabiliato, Roberto Benigni piacevolmente incantato, altri hanno suscitato forte interesse culturale. Perché Dante e la Divina Commedia rimangono sempre esempio di inarrivabile, lucidissima, potenza creativa. E nel ciclo Incontri con Dante. III Paradiso. L'avventura del desiderio, lettura e commento di alcuni caratteristici canti, organizzato dalla Facoltà di scienza della formazione di Piacenza in collaborazione con Fondazione di Piacenza e Vigevano, tenuto alla Sala Panini di Palazzo Galli, il curatore - Pierantonio Frare dell'Istituto di Italianistica - ha puntato sull'abbinamento fra critica e spettacolo affidando il commento ad esperti studiosi e la lettura a personaggi di spicco, qui rispettivamente a Erminia Ardissino, docente di letteratura italiana all'Università di Torino e Bedy Moratti, della famiglia di petrolieri milanesi.
Documentatissima Ardissino che ha fornito innumerevoli spunti: «Per la prima volta Dante incontra anime beate dopo due canti introduttivi e dottrinari. Trova anime riflesse, figure specchiate, apparenza di un'illusione. L'anima più viva è quella di Piccarda Donati, sorella di Corso e Forese, che mostra grande captatio benevolentiae. Con Dante inizia un discorso comunitario, non si ferma sulla storia individuale, dopo l'Io ritorna su un "noi" insistito».
Ha poi sottolineato altri interessanti aspetti: «Canto squisitamente femminile perché "le donne hanno intelletto d'amore". Ma è anche "canto francescano" perché Piccarda è come i primi seguaci di San Francesco, topoi della Sante Clarisse. E' stata però distolta dal suo voto ma interiormente è rimasta coerente». Il canto stimola inoltre «paralleli con altre figure femminili, con la drammaticità emotiva di Francesca. Si sente l'influsso negativo della luna vivendo da incostanti. E' il primo canto che rappresenta la condizione paradisiaca nel rapporto amore-carità, amore intellettuale ed amore sensuale. Strutturato ad elementi minimi ricorda scritti di Seamus Heaney e Daniele Del Giudice». Ed ancora: «Contraddizione fra verità ed amore, linguaggio metaforico, tema dominante il mito di Narciso, modo per rivelare quello che Dante non vede. Il desiderio per Dante è condizione per ogni creatura di realizzarsi nella propria pienezza».
Moratti ha quindi riletto il canto - dopo una prima lettura registrata - e pacatamente sedotto e suggestionato il numeroso pubblico. Con toni avvolgenti, persuasivi, ha trasmesso quel senso di genuino attaccamento che prova soprattutto Piccarda disposta a perdonare chi la privò del mistico rapporto con Dio ora che ha raggiunto la pace celeste prefigurata nella dolce chiostra. Moratti ha inoltre sottolineato l'unità narrativa del canto, la dialettica fra umano e divino nell'eterna contemplazione, nell'infinita beatitudine.
Prossimo appuntamento giovedì, ore 18, con il canto XI, introduzione di Massimo Zaggia dell'Università di Bergamo e lettura dell'attore Gerardo Placido.
f.bia.