Martedì 8 Aprile 2008 - Libertà
Le relazioni tra eventi fisici e mentali
Alberto Emiliani ha illustrato al "Gioia" la filosofia della mente
Una disciplina forse "di nicchia", nata in ambito anglosassone e diffusasi recentemente nel Piemonte orientale e a Roma, ma solo a livello espositivo e divulgativo: è la Filosofia della mente, non molto conosciuta in Italia eppure affascinante nell'analizzare il rapporto fra la soggettività, i pensieri, le intenzioni ed una realtà materiale e neuro-fisiologica.
Ben vengano dunque le iniziative come Camminare tra le idee, rassegna dedicata al docente scomparso Enzo Melandri e organizzata dalla Società filosofica italiana Sezione Emilia Romagna in collaborazione con il liceo "Gioia" e la Fondazione di Piacenza e Vigevano, che proprio ieri si è conclusa con un'incontro nella scuola con Alberto Emiliani, docente di filosofia della mente all'università di Helsinki.
Al centro dell'intervento "Wittgenstein: intenzione ed azione": ma Emiliani parte dal secondo Wittgenstein, quello che torna alla filosofia dopo averla abbandonata ed inizia una nuova elaborazione, racchiusa nel volume Ricerche filosofiche. Wittgenstein proclama la differenza fra la realtà e la sensazione soggettiva di essa: a parlare è un filosofo che si scontra con Cartesio, il propugnatore dell'evidenza soggettiva che si oppone al criterio aristotelico di presupposizione.
Il padre del "cogito ergo sum" mette in dubbio l'attendibilità dei sensi ed allora la problematica si incentra sulla differenza fra la percezione veridica e quella illusoria: protagonisti diventano la realtà oggettiva e la sensazione soggettiva, in una discussione che riecheggia il dibattito fra stoici e scettici. «Quando la percezione diventa catalettica?» chiede Emiliani e cita Cartesio, per il quale «non esiste un ponte diretto fra per percezione veridica e ciò che non lo è»: l'incontro si muove su una molteplicità di livelli, tocca Nagel, per cui «una distanza incolmabile separa la descrizione puramente fisica dei fatti da quella basata sulle esperienze», e si sofferma sulle elaborazioni di Jackson e Chalmers.
Emiliani rievoca Locke, antagonista storico di Cartesio eppure a lui vicino nel dualismo ontologico fra entità e cita i "sense-data" di Russel e le teorie di Putnam. Il docente-filosofo fa riflettere ed insegna nuove prospettive, sollecita domande e propone argomentazioni. Si sofferma sulla differenza numerica, quella esistente fra una sola realtà ed una molteplicità di sensazioni, che sono tutte personali: la privatezza, questa una delle caratteristiche delle eredi dei "sense-data", a cui si sommano tre varianti: l'incorreggibilità, l'analogia e l'accesso diretto. «Il dato sensoriale non può essere sbagliato - spiega Emiliani - e l'attribuzione di stati e processi mentali è solo analogica»: ad emergere è dunque un'esperienza soggettiva e delle relazioni, soprattutto quelle causali, fra eventi fisici e mentali, che si configurano in modo enigmatico.
BETTY PARABOSCHI