Venerdì 18 Aprile 2008 - Libertà
Il medico di Welby in serata a Piacenza
discute di bioetica
Per la rivista diretta da Mori
Che cos'è la bioetica laica? Questo è l'annoso interrogativo che contraddistingue la nostra contemporaneità, il centro del dibattito che ciclicamente vede confrontarsi un'intera società: negli ultimi mesi gli eventi bioeticamente rilevanti sono stati molti, dalla proposta di una moratoria per sospensione della ricerca sulle cellule staminali embrionali, lanciata dal quotidiano Avvenire il 21 novembre 2007, fino a quella per l'aborto del direttore de Il Foglio, Giuliano Ferrara, che aveva addirittura creato una lista elettorale dal provocante nome di "Aborto? No, grazie".
E allora appare evidente come la bioetica sia una disciplina che sempre più è chiamata a confrontarsi con la realtà quotidiana e spesso anche a difendersi dalle accuse più o meno lecite che le vengono mosse: è in quest'ottica che iniziative come Bioetica. Rivista interdisciplinare (casa editrice Vicolo del Pavone) assumono una portata rilevante e offrono uno sguardo obiettivo sulla complessità di un dibattito che può talvolta diventare difficoltoso e forse incomprensibile.
"Che cos'è la bioetica laica?": questo il titolo dell'incontro di presentazione della rivista diretta da Maurizio Mori, docente di bioetica all'università di Torino, e che si terrà stasera alle 21 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Ad andare in scena un'incontro e un'occasione di riflessione, coordinata dal direttore editoriale Oreste Franchi con la partecipazione non solo di Mori, che ricopre anche la carica di presidente della Consulta Nazionale di Bioetica, ma pure del direttore generale dell'Ausl di Piacenza Andrea Bianchi e di Mario Riccio, medico anestesista del caso Welby. E la presenza di Riccio non è davvero un caso, perché nel corso della serata verrà anche presentato il fascicolo sul caso Riccio-Welby: al centro del dibattito è ancora una volta la "rivoluzione silenziosa" che ha investito il paradigma etico medico iniziata con l'introduzione del consenso informato nella pratica clinica e portata a compimento con la sentenza della Cassazione su Eluana Englaro e l'assoluzione di Riccio.
E' un autentico cambiamento culturale, quello portato dal principio di autodeterminazione, che ha rotto il tradizionale modello ippocratico-paternalista della medicina e che ancora tuttavia fatica ad affermarsi: i temi "eticamente sensibili" sono entrati nel dibattito politico ed hanno mostrato concretamente il significato della libertà umana, della tutela dei diritti fondamentali della persona e dell'inviolabilità della libertà personale.
Ecco dunque il significato dell'incontro di venerdì: l'esposizione di un percorso lucido e consapevole di una disciplina che ancora suscita reazioni controverse.
BETTY PARABOSCHI