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Domenica 27 Aprile 2008 - Libertà

Musy: la mia Karenina regalo del destino

Tre per te - Parla l'attrice che sarà in scena martedì e mercoledì al Municipale nel fluviale spettacolo del maestro lituano
«Lavorare con il grande Nekrosius è un sogno che vale l'esistenza»

Piacenza - Grande attesa per l'arrivo a Piacenza di uno degli spettacoli di punta della stagione teatrale in corso: martedì e mercoledì alle ore 20.30 (non alle 21 come solito: lo spettacolo dura 4 ore e mezzo) al Municipale andrà in scena Anna Karenina, l'adattamento dell'omonimo romanzo di Tolstoj firmato dal grande regista lituano Eimuntas Nekrosius, che con questo spettacolo - una coproduzione tra Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro Biondo Stabile di Palermo, in collaborazione con Aldo Miguel Grompone - torna a lavorare con una compagnia interamente italiana, dopo i successi ottenuti con Il gabbiano (2001) e Ivanov (2002); l'adattamento teatrale è firmato da Tauras Ci?as, che è anche autore delle musiche e assistente alla regia, insieme a Claudio Longhi; le scene sono di Marius Nekro?ius, i costumi di Nadezda Gultiajeva, le luci di Audrius Jankauskas, il suono di Marco Olivieri.
Lo spettacolo, che chiude la stagione di prosa "Tre per Te" del Municipale, diretta da Diego Maj e organizzata da Teatro Gioco Vita, vede come protagonista Mascia Musy, che sarà anche ospite di Enrico Marcotti nell'ultimo appuntamento del ciclo di incontri Ditelo all'attore, mercoledì alle 17.30 al Teatro dei Filodrammatici.
Avevamo incontrato Mascia Musy in occasione della sua presenza a Piacenza, nel cartellone del Municipale della stagione scorsa, nell'allestimento della Locandiera firmato da Cobelli; in quell'occasione, aveva risposto con un generico no comment alla nostra domanda circa la sua possibile interpretazione di Anna Karenina, per il grande Nekrosius, un progetto ventilato ma fino ad allora non ancora definitivo. Ora che Anna Karenina è un grande successo nazionale, grazie al genio del regista lituano e a un cast di interpreti di grande levatura - Paolo Musio, Paolo Mazzarelli, Alessandro Lombardo, Vanessa Compagnucci, Paolo Pierobon, Nicola Russo, Gilberto Colla, Renata Palminiello, Corinne Castelli, Gaia Zoppi, Annalisa Amodio, Nicola Cavallari e Alfonso Postiglione - incontriamo nuovamente la Musy, interprete di figure femminili originali e complesse, che ha dato corpo e voce a personaggi come Etty Hillesum, protagonista di Ascoltami bene, la Alice di Carroll e soprattutto la goldoniana Mirandolina, ruolo per il quale è stata candidata al Premio Ubu 2006: «E' uno dei personaggi femminili più affascinanti che siano mai stati scritti. Ma il fascino si lega naturalmente alla complessità, e quindi alla difficoltà di rendere con l'interpretazione i molteplici colori, le sfaccettature di cui è composto il personaggio, in cui si fondono una estrema femminilità, ma anche uno spirito quasi maschile».
Anna Karenina: un'altra grande donna nel suo carnet di personaggi.
«E' un regalo che mi ha fatto il destino. Per un'attrice della mia generazione, la possibilità di interpretare questa eroina di fama mondiale, diretta dal maestro Nekrosius, è un sogno che vale un'esistenza. Di recente ho scoperto da un sondaggio che Anna Karenina è il romanzo più letto al mondo: questo ha accresciuto ulteriormente la mia emozione nell'affrontare questo personaggio».
Cosa ha significato per lei lavorare con Nekrosius?
«Avevo già avuto occasione di lavorare con il maestro, in un ruolo non protagonista, in Ivanov: era stata un'esperienza importante, molto diversa da quello che avevo fatto fino ad allora in Italia. Lavorare con Nekrosius mi ha aperto nuovi orizzonti culturali: è stata un'esperienza fondamentale sul piano professionale ma soprattutto sul piano personale, un'esperienza di vita unica».
Come si è svolto il lavoro con il regista in palcoscenico?
«L'eccezionalità di questa esperienza - per me come del resto per tutto il cast - consiste nel fatto che Nekrosius mette al centro del proprio lavoro l'attore, con la sua professionalità, ma soprattutto con la sua storia, con il suo sangue, con la sua mente, con tutto ciò che di personale può mettere in gioco. In questo modo responsabilizza gli attori, li rende protagonisti assoluti dell'evento che si crea sul palcoscenico: è un percorso affascinante quanto impegnativo. L'obiettivo è quello di conservare la freschezza, l'immediatezza della recitazione, per evitare di cadere nella ripetitiva meccanicità delle repliche».
Come si è avvicinata al personaggio della Karenina?
«Mi sono abbandonata completamente nelle braccia del maestro, che ha scelto di proiettare la vicenda personale di Anna in una dimensione astorica, senza tempo. Credo che questa sia in effetti una delle ragioni del successo di questo romanzo, il fatto che Tolstoj abbia saputo raccontare, con una profondità di analisi unica, una storia che va al di là del tempo, per divenire universale. La raccomandazione che il maestro mi ripeteva sempre durante le prove era di non raccontare Anna in maniera eroica, di non farne un'eroina, ma semplicemente una donna. Ho cercato di non applicare nessun metodo, su consiglio del maestro, che continuamente ripeteva a noi attori di cercare, di ogni scena, la "carcassa": con questa immagine forte e molto efficace ci ha portati a raggiungere l'essenza del testo, smontandolo per poi ricostruirlo e completarlo mediante la nostra personale creatività di interpreti».
Cosa la aspetta dopo la Karenina?
«Non lo so ancora, voglio rimanere in attesa. E mi auguro che questo spettacolo abbia una vita lunghissima?».

Chiara Merli

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