Domenica 6 Aprile 2008 - Libertà
Tuna, due cappelle restaurate
x settimana della cultura L'intervento illustrato da Davide Gasparotto
Sono riemerse le tonalità originarie
Gazzola - La X edizione della Settimana della Cultura si è chiusa nel Piacentino l'altra sera con la presentazione del restauro di due cappelle secentesche nella parrocchiale di Tuna di Gazzola. Una chiesa che ha vissuto un passato di fiorente pieve, ancora a metà del '500 sede di vicariato, da cui dipendevano anche Castelletto, Lisignano (cioè Gazzola, la cui parrocchiale venne costruita alle porte del paese solo nel secolo scorso) e Campremoldo sopra.
Oggi il paese sta attraversando un periodo di crescita della popolazione residente (che però, superando appena le 250 persone, rimane ben lontana dalle oltre 1.000 anime censite alla fine dell'800) e negli ultimi anni ha intrapreso vari lavori di sistemazione dell'antico edificio, che rimane il vero cuore attorno a cui si raccoglie la frazione. La fine del cantiere, che ha interessato le cappelle di Sant'Antonio abate e San Liborio e della Beata Vergine del Riscatto (o del Carmelo), è stata festeggiata con un momento di preghiera, animato dai canti della corale di Tuna, e con la presentazione di carattere tecnico-storico a cura di Davide Gasparotto, funzionario della Soprintendenza per i beni storico-artistici di Parma e Piacenza, e delle restauratrici Arianna Rastelli e Roberta Ferrari. Al termine, la benedizione impartita da don Giuseppe Lusignani, direttore dell'ufficio beni culturali della diocesi di Piacenza-Bobbio.
L'intervento si è concentrato sulle due cappelle ai lati del presbiterio che nel 1739 risultavano già completate da altari in stucco, «con paliotto dipinto alla cinese». Dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano II, l'altare maggiore del Santissimo, con la raffigurazione simbolica del pellicano, è stato abbandonato e addossato alla parete laterale sinistra, ma ora il parroco, don Artemio Bonzanini, vorrebbe recuperarlo, in analogia con quanto compiuto nelle due cappelle secentesche.
Il restauro ha comportato la rimozione delle ridipinture sugli stucchi e sui fondi, lasciando emergere - spiegano le restauratrici - le tonalità originarie, una finta porta dipinta (nella cappella di S. Antonio abate) e il nero delle colonne tortili (nella cappella della Madonna del Carmelo). In quest'ultima è custodita una Madonna lignea settecentesca: «Abbiamo asportato la ridipintura dell'incarnato e pulito la laccatura dell'abito». Sul dipinto L'apparizione della Beata Vergine a S. Liborio e S. Antonio Abate, della prima metà del '600, è stata «eliminata soltanto la vernice ossidata, ma non la ridipintura frutto del restauro eseguito nel 1902 da Emilio Perinetti. Scelta motivata dalla storicità della ridipintura stessa che inoltre, per il suo spessore, non permetteva di verificare la presenza e lo stato di conservazione del colore originale».
Da parte di don Bonzanini, ringraziamenti a tutti gli intervenuti e, in particolare, ai parrocchiani Carlo Maserati, progettista, Angelo Maserati, che ha fornito i ponteggi, e Antonio Mantova, che ha provveduto alla stampa del dépliant sulla chiesa, distribuito per l'occasione. Il restauro è stato sostenuto dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, con un contribuito di 20mila euro. Alle cure di Rastelli e Ferrari è stato affidato anche il ciclo pittorico di Umberto Concerti sulla volta della parrocchiale di Sarmato, che verrà illustrato venerdì 18 aprile.
Anna Anselmi