Lunedì 31 Marzo 2008 - Libertà
Riaperta la cripta di San Sisto
Al termine di una campagna di restauri durata quasi quarant'anni
Al termine di una lunga campagna di restauri, protrattasi per quasi quarant'anni (1970-2008) la Chiesa di S. Sisto ha visto riportare alla luce il suo tesoro nascosto, la cripta sotterranea, autentico gioiello architettonico recuperato nella sua quasi interezza e presentato alla cittadinanza l'altro pomeriggio, al termine della benedizione impartita dal vescovo di Piacenza monsignor Gianni Ambrosio.
A rendere ancora più significativa la cerimonia di riapertura della cripta ha sicuramente contribuito la presenza di ospiti illustri, a cominciare dal senatore Alberto Spigaroli, tra i principali fautori e sostenitori dei numerosi interventi di restauro e recupero subiti dalle mura e dagli arredi sacri di S. Sisto nel corso degli ultimi decenni. Insieme a Spigaroli, hanno preso parte all'evento, coordinato dal parroco di S. Sisto don Giuseppe Formaleoni, il funzionario della Sovrintendenza di Parma e Piacenza Davide Gasparotto, il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, a cui va il merito di aver finanziato larga parte dei lavori, Giacomo Marazzi, il direttore dell'Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Piacenza-Bobbio don Giuseppe Lusignani, la restauratrice Ester Toscani, che ha ultimato l'intervento di ripristino del pregevole coro ligneo settecentesco della cripta, intrapreso nel 2003 da Mauro Barolat della cooperativa Klismos, anch'egli presente alla celebrazione.
Come ha ricordato don Formaleoni ripercorrendo la storia del "cuore" di S. Sisto, il radicale intervento di recupero della cripta, iniziato nel 1970 per interesse della Sovrintendenza di Bologna e condotto dall'architetto Augusto Bisotti (anch'egli presente alla funzione), interessò in questa prima fase il consolidamento delle mura e il parziale ritrovamento degli affreschi che adornano le pareti. Successivamente fu la Sovrintendenza di Parma e Piacenza, nelle persone di Davide Gasparotto e di Lucia Fornari Schianchi a subentrare nella direzione dei lavori, che vennero indirizzati al recupero dell'apparato decorativo e degli arredi della cripta: il prezioso altare del 1708 (restauro effettuato dalla ditta Opus di Parma e finanziato dal Lyons Club di Piacenza) ed il coro ligneo realizzato nel 1777 dallo scultore Antonio Pantaleoni (probabile rifacimento di un coro cinquecentesco del quale parlano alcune fonti storiche), sul quale si è soffermato l'intervento di Gasparotto.
Non solo ma, grazie al "ritorno" nella cripta del prezioso dipinto di Claudio Ridolfi, risalente all'inizio del Seicento, e raffigurante i Santi Papiano Papa e Sebastiano Martire, la zona del presbiterio ha riacquistato il suo assetto originario, vedendo ripristinata quell'unità spaziale e visiva, che, sempre secondo Gasparotto, conferisce al luogo sacro le sue intrinseche valenze spirituali e religiose. Il senatore Spigaroli ha poi apportato un significativo contributo alla ricostruzione completa del quadro riferito alle vicissitudini della Basilica negli ultimi trent'anni: molti interventi partirono proprio per iniziativa di Spigaroli, all'epoca sottosegretario del ministero dei Beni Culturali.
Infine le voci cristalline del Coro Farnesiano diretto dal maestro Pigazzini hanno concluso la serata nel clima gioioso che solo il canto riesce ad evocare.
ALESSANDRA GREGORI