Lunedì 31 Marzo 2008 - Libertà
Dessì, cantore della Sardegna
I romanzi più conosciuti nel recital con Giovanni Carroni
PIACENZA - "Perché in Sardegna? Mi si chiederà ancora una volta. Perché, a parte le ragioni storiche e artistiche che richiederebbero un troppo lungo discorso, come ci insegnano Spinoza, Leibniz, Einstein e Merleau-Ponty, ogni punto dell'universo è anche il centro dell'universo". Così Giuseppe Dessì (1909 - 1977) argomentava nell'introduzione a I passeri del 1955. Così all'opera dello scrittore cagliaritano, cantore della Sardegna tra Otto e Novecento, le cui vicende assumono valore universale, ha voluto guardare il circolo culturale sardo "Efisio Tola", in uno dei periodici appuntamenti organizzati per far incontrare Piacenza e le voci più alte della cultura della Sardegna, del presente e del passato. L'idea della serata (patrocinata dalla Regione Sardegna, dal Comune di Piacenza e dalla Fasi) in omaggio a Giuseppe Dessì - ha spiegato Rino Enne, presidente del Gremio, introducendo il recital all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano - è nata in concomitanza con il recente trentennale della morte dello scrittore.
A dar voce alle vicende narrate nei romanzi più conosciuti di Dessì, Paese d'ombre e Il disertore (usciti nella collana Bibliotheca sarda dell'editrice Ilisso), l'attore Giovanni Carroni, direttore artistico del Bocheteatro di Nuoro, da ventisei anni impegnato anche nella riscoperta dei testi in lingua della sua terra. Per il recital ha pensato al titolo Quell'anno a Balanotti, in cui viene rievocata quella località mitica della geografia inventata dallo scrittore (ma riconoscibile e profondamente radicata nella zona del Medio Campidano e dell'Iglesiente) e che si identifica per ognuno di noi con il luogo dell'infanzia. Per Dessì coincideva con Villacidro, per Carroni con Marreri, nel Nuorese. Immagini, suoni, profumi, sapori da portare sempre con sé, anche quando, come nel caso dello scrittore, impegni di lavoro (provveditore agli studi e poi ispettore ministeriale) lo portarono ad abbandonare l'isola natia per il Continente.
Il recital di Carroni, dal suggestivo commento su basi musicali a cura di Graziano Porqueddu, che ha commentato alcuni passaggi chiave alla chitarra, ha preso avvio dall'incipit di Paese d'ombre, il romanzo vincitore del Premio Strega nel 1972, attingendo poi ad altre sezioni della parte prima in cui il lettore incontra il protagonista Angelo Uras, ancora bambino. Il libro, affresco corale della Sardegna tra Otto e Novecento, segue passo passo la biografia del piccolo orfano, beneficiato da un lascito, accusato ingiustamente di un delitto che non ha commesso, dedito fino all'ultimo nella difesa dei più deboli in nome di ideali di uguaglianza e di umana solidarietà.
La storia del clan familiare viene proiettata sullo sfondo più vasto della storia nazionale, come ne Il giorno del giudizio di Salvatore Satta, un altro dei consigli di lettura suggeriti da Carroni, «per capire la Sardegna e in particolare la Barbagia». In un crescendo drammatico, l'attore ha proposto pagine da Il disertore, nel clima dell'Italia appena uscita dalla Grande Guerra, alla quale aveva partecipato con onore anche la leggendaria brigata Sassari.
Nell'entroterra sardo, che già aveva assistito alle rivendicazioni dei minatori del Sulcis-Iglesiente e alla repressione nel sangue dei moti di Buggerru del 1904, si fa strada da una parte l'attivismo politico di sinistra, dall'altra lo squadrismo fascista, che ucciderà a bastonate il "facinoroso" minatore Baldovino Curreli. Il tema della prima guerra mondiale ha suggerito accostamenti con Un anno sull'altipiano di Emilio Lussu e altre opere di Dessì con quest'ambientazione, come San Silvano, La scelta e il dramma La trincea.
Anna Anselmi