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Domenica 30 Marzo 2008 - Libertà

«Non c'è città senza coscienza ecologica»

Convegno di Ambiente e Lavoro sullo sviluppo urbanistico e il rapporto con la comunità. Al centro la dimensione "glocale"
"Adozioni territoriali" come stimolo per legare i ragazzi alla comunità

«Comunità di funzione». Utilizza tre parole, semplici e immediate, il presidente della Provincia Gian Luigi Boiardi, per tracciare la via che abbraccia il futuro del territorio piacentino. Da una parte la cinta muraria, con i suoi delicati equilibri storici, sociali e architettonici; dall'altra il patrimonio ambientale, il Po, la coscienza necessaria di un panorama verde da preservare e valorizzare. Il tutto senza compartimenti stagni: il valore aggiunto dei Ptcp sarà la loro capacità di essere coordinati con quelli di altri capoluoghi, in uno «scatto culturale» per il quale «un problema di Milano o Lodi - chiosa Boiardi - ce l'ha anche Piacenza».
È un'impellente dimensione «glocale» una delle tesi forti discusse nell'articolato convegno "Piacenza, città murata: ieri, oggi e domani", svoltosi ieri alla Fondazione di Piacenza e Vigevano e organizzato dall'"Associazione e Cea ambiente e lavoro". Professori, esperti e architetti hanno discusso i bilanciamenti che regolano i rapporti tra l'agglomerato urbano e la natura, senza dimenticare l'unico fruitore e demiurgo, l'uomo. «Siamo in un periodo particolare - rileva il vicesindaco Francesco Cacciatore - in cui uno dei temi più importanti, per la città, sarà il recupero delle aree militari. Nella caserma di viale Malta stanno dei tesori che molti piacentini non conoscono: la finestra sul castello Farnesiano è un inizio». Nanda Montanari, poi, fa notare lo sforzo di "Ambiente e lavoro" nel rendere «l'educazione ambientale non un'appendice gravosa dei programmi scolastici», bensì qualcosa che «sia da stimolo per la discussione», presentando il sistema Infea - Informazione, formazione, educazione ambientale - con le adozioni territoriali: «Un modo che crea un legame di interesse e responsabilità per i ragazzi ben più di un'iniziativa estemporanea».
Ma in cosa consiste questo programma di «presa in carico»? «Con l'adozione - spiega Fabrizio Bernini, della Provincia - una o più classi delle scuole provinciali scelgono un ambiente o una problematica, studiandola e analizzandola. Questo crea un'identità locale, portando gli alunni in loco, instillando un'educazione alla democrazia, facendoli davvero diventare "soggetti attivi"». In pratica, per dodici mesi i piccoli diventano custodi di un tratto di fiume, campo o bosco. Per quanto riguarda il Sistema dei parchi, invece, è intervenuto Stefano Benedetti, del Servizio comunale aree verdi: «Esso - precisa l'architetto - è formato dalla città murata farnesiana, con le sue architetture e i monumenti; dal Po e gli affluenti Trebbia e Nure con le rispettive fasce fluviali, dal territorio agricolo, dalla rete delle aree verdi urbane esistenti e previste dal Piano regolatore». Quest'ultimo, però, adottato nel 1998 e approvato nel 2001, «non ha integrato le indicazioni grafiche con le necessarie regole di progettazione e d'intervento, non permettendo un adeguato controllo delle trasformazioni, e non creando le condizioni per uniformare i progetti a principi e obiettivi prestabiliti di tutela, valorizzazione e recupero paesaggistico». L'incontro è stato presieduto da Giuseppe Gavioli, presidente del Cidiep.

Alessandro Rovellini

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