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Domenica 30 Marzo 2008 - Libertà

«Tutela del Po e ciclabili, siamo indietro»

Focus sui nodi ambientali, tra gli altri la desertificazione delle campagne

In balia di traffico dolce e lento. Senza smog, rumore, stress da clacson. Un'utopia per Piacenza? In teoria no, poiché la città è uno snodo fondamentale dell'itinerario ciclistico Eurovelo numero 8, da Cadice ad Atene. Ma ci vuole la volontà.
È questo, in sintesi, ciò che suggerisce Claudio Pedroni, della Federazione italiana amici della bicicletta, parlando ieri alla Fondazione nel convegno di Ambiente e lavoro dei percorsi cicloturistici che attraversano l'Europa: «Piacenza dovrebbe essere permeabile ai ciclisti, da Nord a Sud, da Est a Ovest, fatto che attualmente non può avvenire. Per esempio, verso Est l'argine maestro del Po è praticabile, ma non è sicuro. E negli altri capoluoghi le cose non vanno meglio. Possibile che per questo genere di tracciati si siano messi d'accordo cinque Paesi del Danubio, e non trovino un'intesa le regioni del Grande Fiume?». Una richiesta netta al presidente Boiardi, che, solo qualche ora prima, aveva parlato dell'importanza della pista Eurovelo nel piacentino.
E tanti altri sono stati gli spunti al seminario "Piacenza: città murata". L'architetto Sandra Bonfiglioli rileva come «i problemi ambientali, un tempo propri del settore industriale, ora riguardano i modi di vivere», e suggerisce, riguardo al Po, «una trama dialogante tra le università dei Comuni rivieraschi», per coordinare la tutela dell'ambiente. Ermes Frazzi, agronomo e professore del polo cittadino del Sacro Cuore, tuona sulle spaventose trasformazioni rurali che hanno sfregiato il territorio, sottolineando quanto il paesaggio «sia il risultato involontario di una serie di attività svolte dall'evoluzione delle tecnologie agrarie». L'indice, per esempio, è puntato su un'immensa coltivazione di pomodori nei pressi di Besenzone - documentata da una foto - in cui chilometri di terreno sono stati sottoposti a un imponente drenaggio sotterraneo, «facendone sparire il terroir e trattandoli come una grande fabbrica. Così, ormai le campagne sono state desertificate».
Ha parlato, invece - tornando entro la città e dando un modello virtuoso -, della riqualificazione delle mura di Ferrara con una mirata valorizzazione storica, turistica e ambientale Francesco Scafuri, del Comune ferrarese, mentre Giovanna Fontana, dello Studio Fontana, si è soffermata sul metodo di analisi alla base dello Schema direttore della rete ecologica provinciale nel Ptcp. Augusto Bottioni, di Piacenza 74, poi, ha tenuto una breve relazione sulla ricerca e la sperimentazione innovativa nell'edilizia abitativa e sociale, mentre Pierluigi Viaroli, dell'Università di Parma, ha offerto una panoramica sul delicato equilibrio città-natura, affidandosi ad immagini satellitari ed aeree della Pianura Padana. La conclusione ad Aluisi Tosolini, della Cattolica, su "Il territorio che accoglie".

rover

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