Venerdì 28 Marzo 2008 - Libertà
Hospice, una gara per uscire dall'impasse
Il bando a giugno: chi realizzerà l'opera ne avrà anche la gestione. Un'associazione al posto della fondazione
A settembre assegnati i lavori. Il sindaco: soluzione condivisa
Il bando di gara pronto entro giugno, il nome del vincitore a settembre. La vicenda dell'hospice è a un punto di svolta, dopo le ultime settimane in cui aveva corso il serio rischio di arenarsi. Le novità le ha annunciate ieri il sindaco di Piacenza Roberto Reggi, al termine del tavolo che si era riunito in precedenza, con la partecipazione di tutti i coprotagonisti tranne i due principali "offerenti-contendenti", Legacoop e Opera Pia Alberoni. Oltre al bando di gara, che sottrae al rischio di stallo venutosi a creare per la contemporanea presenza sul piatto di due proposte, Reggi ha ribadito l'intenzione di mettere in cantiere nei giorni a venire un'associazione al posto della fondazione di cui a lungo si era trattato per l'istituzione.
La forma giudirica associativa, al posto di una fondazione, dovrebbe consentire secondo i prossimi firmatari del protocollo d'intesa (siglato entro aprile, non ci sarà l'Asl) una gestione più snella delle procedure, con l'inserimento anche di Palazzo Mercanti. L'associazione, una volta uscito il nome del vincitore della gara (alla fase di selezione non parteciperanno soggetti eventualmente aderenti al bando), svolgerà azione di tutoraggio e di monitoraggio delle attività. Quasi un timoniere del futuro hospice, per tenere la barra al centro. Il vincitore, il cui nome sarà noto a settembre, secondo la scaletta indicata ieri da Reggi, sarà realizzatore della struttura per malati gravi e anche gestore.
La decisione di imboccare la strada del bando di gara sarebbe stata, secondo Reggi, condivisa da tutti i partecipanti al tavolo di ieri mattina in Comune, tra cui Fondazione di Piacenza e Vigevano, Provincia, Diocesi, Caritas, La Ricerca, Confindustria Piacenza, Asl, Camera di commercio e tutti gli altri comprimari (dalle istituzioni all'universo cooperativo fino alle associazioni di volontariato, come la Lega tumori) della cordata territoriale. Assenti, ieri mattina, Legacoop e Opera Pia Alberoni.
Proprio loro sono stati fino ad oggi i papabili a tenere le redini del futuro hospice, progetto-bandiera del Piano strategico. Da una parte la realizzazione ex novo della struttura suggerita da Legacoop alla Madonnina, dall'altra l'Opera Pia Alberoni, scesa in campo in un secondo tempo, con la ragguardevole offerta di palazzo Portici, a San Lazzaro, e 1,5 milioni di euro per il restauro, e con la condizione di mantenere un peso specifico congruo nella futura (oggi sfumata) fondazione. Un particolare non ininfluente, che non aveva strappato il parere favorevole di Reggi.Il quale ieri, tuttavia, non ha mancato di rimarcare il fatto di non aver affatto perso la speranza di far sedere al tavolo l'Opera Pia Alberoni, ora soprattutto che si è raggiunto un punto di equilibrio condiviso dall'intero parterre dei partecipanti. E ieri Reggi non si è stancato neppure di esprimere la sua soddisfazione per il risultato, «il frutto più maturo di un progetto condiviso, mirante a trovare il miglior soggetto in grado di dar vita all'hospice». Sottolineando come servizi socio-sanitari e assistenziali non saranno l'unico elemento di cura e di erogazione, essendovi l'intenzione di garantire nel futuro hospice a malati e familiari una presenza a tutto tondo.
Simona Segalini