Domenica 23 Marzo 2008 - Libertà
Agrest, drammatico sinfonismo russo
Municipale Applausi al direttore e alla Filarmonica Toscanini per la stagione concertistica
Borodin, Prokofiev, Rachmaninov: belle esecuzioni
Piacenza - Il sinfonismo sovietico è risuonato, con successo, l'altra sera nell'appuntamento con la Stagione concertistica al Teatro Municipale, curata dalla Fondazione Arturo Toscanini. Protagonista è stata la Filarmonica Arturo Toscanini diretta per l'occasione da un giovane direttore d'orchestra di belle speranze, Mikhail Agrest. Tanto che il maestro russo, dopo esser stato applaudito a Piacenza, debutterà con la Filarmonica Reale di Liverpool, con la Filarmonica dei Paesi Bassi e con la Sinfonica di Richmond; collaborerà inoltre con la Bbc Symphony Orchestra, la Bbc Scottish Symphony Orchestra e la Sinfonica di Bournemouth.
Il pubblico al Municipale era piuttosto numeroso, nonostante il concerto cadesse proprio nella sera del Venerdì Santo. E le esecuzioni sono piaciute.
A partire da Borodin (Pietroburgo 1833-1887), del quale è stato proposto lo Schizzo sinfonico Nelle steppe dell'Asia Centrale. Senza dubbio, i brani più famosi tra quelli in programma erano le Suites n. 2 op. 64 ter dal "Romeo e Giulietta" di Prokofiev (Sontzovka 1891 - Mosca 1953). Dopo un'apertura un po' sottotono con Montecchi e Capuleti, la Filarmonica ha proseguito in un'interpretazione di aurea medietà de L'infanzia di Giulietta, Padre Lorenzo, Danza, Romeo e Giulietta prima della separazione, La danza delle ragazze delle Antille e Romeo presso la tomba di Giulietta. Mikhail Agrest si è impegnato, con gesti marcati, in una evidente richiesta di pianissimi e fortissimi, che forse sarebbero potuti scaturire in dinamiche più scorrevoli e graduali, con contrasti meno enfatizzati.
L'esecuzione è stata comunque buona ed apprezzata. Un plauso particolare e sincero va all'arpista Rosanna Valesi che, in tutte le parti scritte per arpa previste nei brani in scaletta, ha fatto emergere il suo bel suono, espressivo e mai coperto nei punti in cui era difficile non "soccombere" alle timbriche degli ottoni. Buona resa gli archi e i fiati.
Ascoltando la musica degli autori russi, certamente più familiari ad Agrest, si è rinnovata l'energia straripante delle partiture, il senso drammatico di immedesimazione, il controllo tecnico assoluto richiesto agli orchestrali unito ad una capacità di libera espressione emotiva. Caratteristiche, queste ultime due, principalmente impegnative per chi si accinge ad affrontare questo tipo di repertorio.
Le Danze sinfoniche op. 45 di Rachmaninov (Velikij Novgorod 1873 - Beverly Hills 1943) rappresentavano l'apice del percorso storico musicale. Rachmaninov disse del suo lavoro di compositore: «La mia musica è frutto del mio temperamento e del mio modo di vedere ed è, perciò, musica russa. Non ho mai cercato coscientemente di scrivere musica russa o qualsiasi altro genere di musica. Io tento, quando scrivo musica, di esprimere semplicemente e direttamente quel che sente il mio cuore».
Così Agrest, dal canto suo, ci aveva presentato l'opera di Rachmaninov: «Rachmaninov era negli Stati Uniti da tempo e sentiva molto la mancanza della Russia, voleva aiutarla ma non sapeva come fare. Le sue Danze sinfoniche, l'ultimo suo lavoro sinfonico, costituiscono un vero e proprio testamento d'amore per la Russia, sono piene di dolore. Ho una passione profonda per questo brano». E la passione è senz'altro emersa nell'impegno fisico e mentale del maestro.
La pretesa è stata quella di avvicinarsi il più possibile all'intenzione del compositore. Le Danze sinfoniche, in sintesi, potrebbero essere definite semplicemente un brano che non va solo suonato. E neppure solo ben suonato. Ma, come molti per fortuna credono, questa stessa regola dovrebbe valere per ogni genere di musica.
Il prossimo appuntamento con la Stagione concertistica esula dell'universo sinfonico: venerdì 11 aprile alle 21 si terrà infatti il Concerto finale del X Concerto internazionale intitolato a Flaviano Labò per giovani voci liriche. L'evento è organizzato dall'associazione Amici della lirica con il patrocinio della Fondazione Arturo Toscanini e del Comune. Vincenzo La Scola presiederà la giuria mentre i cantanti si esibiranno con l'Orchestra Filarmonica Italiana, formazione piacentina molto apprezzata in Italia e all'estero, diretta dal maestro Giovanni Di Stefano.
Eleonora Bagarotti