Giovedì 20 Marzo 2008 - Libertà
Fondazione Teatro, si cercano soci
Si vuole sondare la partecipazione di alcuni attori istituzionali. «Subito dopo la verifica politica»
Inviate lettere a forze private. Dosi: un appello alla città
Va in scena la Fondazione Teatro. Si tratta di prove dietro le quinte per ora, non è un debutto ufficiale. Ci vorranno mesi di lavoro prima che si possa alzare il sipario su uno strumento di cui s'è molto parlato, che fa parte del programma del sindaco Roberto Reggi e che dovrebbe garantire vita sicura e una progettualità di respiro al Teatro Municipale e alle sue stagioni teatrali. Il primo passo è stato fatto. Nei giorni scorsi sono partite una serie di lettere ad importanti attori istituzionali piacentini, associazioni imprenditoriali, enti, così da sondare la disponibilità ad esserci, ad entrare in società con il Comune di Piacenza per far uscire dalla precarietà la gestione degli eventi teatrali. Le risorse da assicurare con congruo anticipo obbligano ad una ricerca strenua, sempre in bilico tra scadenze e cartelloni. Una singola stagione può aggirarsi su un costo (indicativo) di 3milioni e 500mila euro e vede in genere la compartecipazione di Comune, Regione e Stato, ma resta una quota intorno a 1 milione e 250 mila euro da reperire attraverso sponsorizzazioni. In queste cifre di massima sta il cuore del problema economico da far quadrare.
Quale è il percorso imboccato? Lo chiediamo all'assessore Paolo Dosi (Cultura). La fase operativa, ci spiega il nostro interlocutore, è iniziata in realtà da tempo, almeno dal 2002-2003, ma la strada da compiere prima di formulare una proposta ben strutturata è necessariamente lunga. Ora siamo alla tappa del sondaggio degli attori ipoteticamente interessati, seguirà subito dopo la verifica in sede politica, sulla base delle risposte ottenute.
La strada, in linea generale, è la stessa seguita da un numero sempre maggiore di città, come Parma, Reggio Emilia, Modena e Cremona e dai comuni che hanno teatri di tradizione. «La fondazione è una strada quasi inevitabile - chiarisce Dosi - legata da un lato dalla continua riduzione di trasferimenti statali che dà meno autonomia di gestione, dall'altro a minori risorse locali». E' in sostanza ci si è trovati sempre di più di fronte alla necessità di coniugare proposte culturali e teatrali di buon livello senza per questo impoverire oltre misura le risorse di cui gli enti dispongono. Una fondazione pone meno vincoli e il Comune, come soggetto che conferisce il bene maggiore, il Teatro, conserva la titolarità e la regìa.
La struttura prevede l'adesione di soci fondatori e di soci sostenitori. Tra i fondatori si inscrivono le principali istituzioni della città, fondazioni bancarie o realtà industriali di rilievo sul territorio. Ma si può accedere più semplicemente come socio sostenitore, che pure è vincolato ad un impegno triennale di partecipazione e ne ricava un diritto ad alcuni benefit.
Questa è l'architettura della fondazione. Dosi rende conto del fatto che contatti informali ce ne sono già stati, non mancano possibili soci sostenitori che già hanno garantito sostegno economico alle precedenti stagioni.
«Ma intorno ad operazioni di questo tipo - aggiunge - si cerca di coinvolgere tutta la città ed è importante partire per avere garanzie minime». Tanto più che negli ultimi anni si è verificata, appunto, una progressiva diminuzione di trasferimenti statali e ministeriali. Basti pensare che si parla di una decurtazione del 40 per cento sul fronte genericamente culturale.
Oggi arriva la proposta alla città per verificare un parterre di soci aderenti, l'appello è rivolto ai privati, alla fondazione bancaria, agli istituti di credito, ad associazioni di categoria, tutti referenti privilegiati. Ma anche la Provincia, seppure da una posizione più laterale, potrebbe entrare in gioco.
Senza nulla togliere all'oggettiva difficoltà di assicurare risorse su piani triennali, viste le tante emergenze sociali e culturali, la fondazione presenta comunque vantaggi. «La struttura della fondazione supera i vincoli del patto di stabilità, consente agilità gestionale. L'obiettivo è arrivare a formulare una proposta precisa ma solo sulla base di un reale interesse di potenziali soggetti soci fondatori e sostenitori». E il punto più delicato sono proprio i soci fondatori.
Dosi spera di formalizzare il progetto costitutivo entro l'anno, per poter partire il 1° gennaio del 2009 con la fondazione operativa. E' previsto un consiglio di amministrazione che governa la fondazione, presidente il sindaco Reggi, all'interno ci saranno figure professionali utili per la conduzione, come il direttore artistico e la struttura avrà del proprio personale dipendente. In fase iniziale ogni interesse e ogni sforzo ruoterebbe intorno al Municipale per gestirne le stagioni, ma non è detto che non si arrivi ad allargare il tiro.
E Dosi non si stanca di ripetere che è questa la via corretta: «ci darebbe respiro, continuità, evitandoci l'affanno di ricercare risorse anno per anno». Prima dell'estate la proposta potrebbe essere completata. Sempre che la città raccolga la sfida di dare stabilità al suo teatro.
Patrizia Soffientini