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Martedì 14 Dicembre 2004 - Libertà

Camera, scintille sulle scelte gestionali

Polemica sulle nomine in Fondazione e ancora divisioni per l'ente economico che ha approvato i conti di previsione 2005. Busca: c'è un blocco di potere. Parenti: è solo questione di "pesi"

Lo strappo c'è. Il tessuto economico piacentino si è come aperto in due e ricucirlo non sembra né facile né scontato, al momento. La questione è tornata in vista proprio ieri durante il consiglio della Camera di Commercio per l'approvazione del bilancio di previsione e delle linee programmatiche 2005-2007. Il sindacato, la Confederazione nazionale dell'artigianato, la cooperazione non hanno "digerito" le recenti nomine camerali alla Fondazione di Piacenza e Vigevano e sono tornate alla carica nel contestare il metodo adottato. All'atto del voto sui documenti camerali hanno tradotto questa convinzione in una astensione. A dare il via alla protesta, peraltro già esplicitata a suon di comunicati finiti sui giornali, è stato Sandro Busca, segretario provinciale della Cisl e in Camera di Commercio esponente del sindacato confederale nella sua interezza. A lui si sono uniti Francesco Milza, presidente di Confcooperative, Ernesto Badovini, presidente della Cna e Paolo Valenti, esponente dei consumatori.
Getta acqua sul fuoco il presidente camerale, Giuseppe Parenti, per il quale è "sbagliata" l'assenza di sindacato e cooperazione in Fondazione (che sta rinnovando il suo "parlamentino" e la presidenza). "Ma era una questione da risolvere a monte, con l'inserimento delle rappresentanze nello statuto, la Camera - ha insistito Parenti - ha deciso i suoi consiglieri solo in base ai "pesi" effettivi delle rappresentanze economiche".
Busca - nel ricordare come in ottobre Parenti avesse però lasciato prospettare un'apertura nelle scelte - ha allargato la portata del dissenso: "C'è un'apertura solo a parole, in realtà si è fatto un accordo tra certe categorie economiche per costituire la giunta camerale e poi a cascata per occupare tutte le altre rappresentanze negli enti partecipati, trascurando il sindacato, che rappresenta 70 mila persone a Piacenza. E chi ha fatto la giunta della Camera ora vuol governare anche la Fondazione" avverte Busca. E a rafforzare il concetto, cita i i nomi di altri tre esponenti espressione di questo schieramento entrati in Fondazione (oltre alle ultime tre nomine di consiglieri): Pietro Bragalini, Giancarlo Fiorani e Giacomo Marazzi, i primi della Confartigianato, il secondo, vice-presidente di Assoindustria e in corsa per la presidenza stessa della Fondazione.
Busca ci vede anche un sottile disegno politico con il fine di "usare Fondazione e Camera di Commercio per riequilibrare i rapporti di forza con il Comune".
"Abbiamo agito nella piena legalità - controbatte Parenti - e pensiamo di operare per il bene del territorio, le realtà economiche si muovono diversamente da quelle politiche, non serve schierarsi. Noi siamo una realtà economica e guardiamo solo ai "pesi" della rappresentatività".
Altra bordata alla Camera è subito partita da Cna che, come ha riferito il presidente Ernesto Badovini, cercava una ricucitura dopo essere stata esclusa dalla giunta camerale ("Rappresentiamo 1.200 imprese"). "Dopo aver affossato la Consulta delle categorie economiche, volete fare della Camera uno strumento che, invece di unire, perpetui le divisioni?". E anche sull'esclusione della Cna dalla giunta, Parenti obietta che era problema da risolvere internamente all'artigianato.
Il protrarsi della discussione spinge Enrico Zangrandi (Unione Commercianti) ad intervenire ("mi sento offeso"), i componenti della Camera, ha detto, vengono segnalati senza alcuna pressione. Un turn-over? Ci potrà essere. E anche per la Fondazione funziona "la democrazia dei numeri". Secondo Zangrandi è il sindacato che ha perso la sua battaglia di riconoscimento nell'istituto di via Sant'Eufemia. E Busca pronto: "Ma voi siete stati i più grandi oppositori a che questo avvenisse". Diatribe sorpassate ("minestra riscaldata"), si inserisce Alberto Bottazzi (Libera Artigiani) che osserva come da tempo non ci sia unità tra le due confederazioni di artigiani. E alla fine anche Giorgio Cravedi si fa avanti per diure che pure il mondo dei trasporti gradirebbe entrare in Fondazione.

p.s.

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