Sabato 15 Marzo 2008 - Libertà
Sugar Sax, da Madrugada a Ellington
Applausi all'Ottetto di ottoni diretto da Parmigiani in Fondazione
Piacenza - Si è conclusa l'altra sera la rassegna Douceurs de la musique che si è svolta all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano: il ciclo di cinque appuntamenti ha regalato ancora un'emozione con il gruppo che aveva aperto la rassegna, l'Ottetto Sugar Sax. Con un piacevole percorso nella magìa e nel virtuosismo della musica jazz, quest'ultimo appuntamento ha coronato degnamente un cammino particolare e difficile se si pensa che alla musica è stata abbinata una formula di tipo enogastronomico. Il filo conduttore della rassegna, come dichiarato è stato quello di trovare un buon prodotto musicale e culturale che fuggisse da una logica di tipo elitario, regalando alla città un assaggio musicale e non solo.
Se la prerogativa stereotipata del sax è solitamente quella di essere uno strumento sensuale, giovedì sera si è potuto ascoltare un sax diverso, graffiante, "giocherellone": un impasto timbrico e sonoro per il quale è impossibile non tamburellare con le dita di fronte all'incastro musicale di questi talenti nazionali che si muovono nella Piacenza a volte un po' assopita nel clima tardoinvernale. Tra questi il maestro Andrea Zermani (saxofono), Walter Panini (saxofono) Sergio Piva (clarinetto e saxofono), Giuliano Cerioli (saxofono), Fabio Villaggi (batteria e percussioni), Giulio Baravelli (basso) ed Erminio Cella (pianoforte). A guidare il gruppo con entusiasmo, sensibilità e fascino il maestro Giuseppe Parmigiani, leader del gruppo e insegnante di clarinetto al Nicolini, oltre che sassofonista e arrangiatore di chiara fama, conosciuto in Rai e dai più grandi arrangiatori anche internazionali; nel panorama musicale, infatti, vanta un chilometrico curriculum che va dalla presenza in note big band ed in impegnative sedute di registrazione alle tournée in Giappone al fianco di cantanti di musica leggera.
A questo "motore" instancabile si devono alcuni brani eseguiti nel corso della serata, come Soundtrack e Madrugada.
L'itinerario nella "dolcezza musicale" attraverso i secoli ha condotto l'uditorio in un viaggio nella storia particolare di questo strumento che ha costituito l'essenza stessa delle grandi orchestre americane di quegli anni '30 che si sognano nei film, un unicum che spazia nel repertorio di Duke Ellington e richiama sempre quell'origine legata al sugar: nello slang americano il termine indica i soldi raccolti nella custodia di qualche strumento, spesso in strada.
Una sinergia corale forte nel sorriso sui volti dei musicisti, il cui sax è l'unico strumento a non essere frutto di evoluzioni, nato già grande sia meccanicamente che timbricamente. Non è mancato un richiesto bis, accompagnato da numerosi applausi.
Elisa Malacalza