Mercoledì 12 Marzo 2008 - Libertà
«Hospice, un bando per la casa migliore»
Il sindaco intenzionato a superare l'opposizione tra proposte alternative: tutta la comunità deve essere coinvolta
Reggi: convocazione del tavolo dopo Pasqua. Invito all'Opera Pia
Cresce il bisogno di dare gambe e muscoli al progetto hospice, la casa per malati gravi che la città di Piacenza - attraverso Vision 2020 - ha eletto a primo segno della sua solidarietà civica e del suo bisogno di confortare la sofferenza. Subito dopo Pasqua sarà riconvocato il tavolo tra i soggetti promotori e il sindaco è intenzionato a imprimere una svolta decisiva per aprire la strada al miglior modello possibile di casa accoglienza la cui realizzazione, spiega Reggi, sarà la stessa, nascente Fondazione Hospice ad assegnare a chi si dimostri in grado di realizzare un preciso modello, non altri. Reggi invita nuovamente l'Opera Pia Alberoni a sedere al tavolo che, in un primo tempo, aveva scelto di disertare per non compromettere la discussione.
Due proposte si sono confrontate negli ultimi mesi, quella dell'Opera Pia Alberoni, appunto, e quella di Legacoop: hanno finito per apparire antitetiche, sottendendo un braccio di ferro su chi l'avrebbe spuntata. Si è avuta la sensazione di una coloritura politica su un'impresa che, per sua natura, rifugge da una simile strettoia. Ma non sembra facile trovare la quadratura del cerchio. E al sindaco Roberto Reggi abbiamo chiesto se sia fonte di imbarazzo cercare una soluzione ideale, salomonica, una soluzione che non deprima nessuno dei soggetti che concorrono a questa azione, ma esalti, in forme diverse, la partecipazione di tutti.
«Il mio tentativo è proprio quello di non vanificare un percorso anche lungo ma frutto di un lavoro condotto insieme e nato dal piano strategico» chiarisce il sindaco.
Oggi si vuole accompagnare alla realizzazione dell'hospice attraverso un «percorso di comunità» che lo promuova e lo tenga in vita ai livelli più alti possibili. «Per fare l'hospice ci vuole pochissimo tempo, bastano sei mesi, basta un bando dell'Ausl e chi rispetta condizioni per l'accreditamento si può mettere in fila» esemplifica Reggi. Sarebbe sufficiente aggiudicare la convenzione con l'Ausl per il supporto all'assistenza (un milione di euro l'anno) a chi presenta il progetto alle migliori condizioni: «ma non è questo il modello che ci accontentiamo di avere, vogliamo di più, vogliamo un luogo dove vi sia un sostegno spirituale, sociosanitario, psicologico, ai familiari - s'accalora Reggi - non vogliamo un luogo per moribondi, ma una struttura da cui uscire con le proprie gambe e che dia un sostegno forte. Esistono questi modelli, ma hanno costi aggiuntivi».
Il meglio, dunque, per malati così fragili. Da qui la decisione di sottoporre, dopo Pasqua, la bozza del protocollo di intesa a tutti i soggetti, inclusa l'Opera Pia, che vorranno condividerne le finalità.
«A nessuno conviene sottrarsi a questo percorso. Fino a dicembre c'era solo un modello e non si era arrivati ad analizzare le proposte, le caratteristiche che verranno fissate costituiranno invece per il futuro una sorta di "bando" di gara. E chi si avvicina di più a ciò che vogliamo, si aggiudica l'opera e dovrà attenersi a queste condizioni».
Al tavolo hospice, si sa, siedono enti pubblici e soggetti privati di volontariato, centrali cooperative. «Entro un anno la Fondazione costituenda definisce il progetto ideale - insiste il sindaco - lo aggiudica e costituisce il gruppo che seguirà nel corso degli anni lo svolgimento dell'attività, questo soggetto avrà titolarità della convenzione e garantirà che l'attività venga svolta come si deve, reperirà le risorse». Nessun soggetto gestore può farcela da solo, e in quanto ai muri, l'Ausl stessa avrebbe delle disponibilità entro il vecchio Ospedale: «Ci possono essere tanti muri - conclude Reggi - ma c'è anche un mandato del piano strategico da onorare fino in fondo, e interesse di tutti è garantire che la Fondazione hospice mantenga la comunità intera legata a questa impresa». Insomma, non ci possono essere vinti e vincitori.
Ieri, a margine della presentazione di un Dvd realizzato per promuovere l'Opera Pia Alberoni, abbiamo chiesto un parere anche alla presidente dell'Opera Pia, Anna Braghieri, sullo stato dell'arte. L'Opera Pia sta valutando con grande attenzione la propria presenza al tavolo e ribadisce di ritenere valido un progetto da realizzarsi con le istituzioni e aperto al sostegno dei sofferenti.
Patrizia Soffientini