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Giovedì 20 Marzo 2008 - Libertà

S. Giuseppe, il barocco rivalutato

Il restauro
Presentato il recupero del dipinto "Fuga in Egitto" di Bernasconi

Piacenza si riappropria di un prezioso gioiello barocco: è la chiesa di San Giuseppe, sita in via Campagna e misconosciuto tesoro edificato nel clima della Controriforma. Un edificio dall'interno sontuoso ed incentrato sulla glorificazione della figura del santo, resa attraverso la squisita opera pittorica del maestro fiammingo Robert De Longe, dello stuccatore lombardo Provino Dalmazio Della Porta e del poco conosciuto artista Giuseppe Bernasconi.
Ed è proprio all'allievo varesotto del Genovesino che si possono attribuire non solo gli splendidi affreschi della volta, della controfacciata, dell'arco di accesso al presbiterio e della cupola, ma anche le due grandi tele rispettivamente dedicate al Sogno di San Giuseppe e alla Fuga in Egitto. E allora il progetto di restauro necessario per la valorizzazione di un tassello così importante della storia culturale di Piacenza è iniziato ed il risultato è da ieri visibile a tutti: la Fuga in Egitto è tornata all'antico splendore, grazie ad un intervento di restauro accurato e complesso. L'artefice è Davide Parazzi, che ha presentato il lavoro nella chiesa di San Giuseppe (dove domani si terrà l'esposizione della Santa Spina dalle 8 alle 24), alla presenza di Davide Gasparotto della Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici di Parma e Piacenza, del direttore generale della Asl di Piacenza Andrea Bianchi , del direttore dell'Ufficio diocesano Beni Culturali don Giuseppe Lusignanie di Luigi Cavanna in rappresentanza della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
«Un restauro complesso - ha spiegato Parazzi - non solo per le grandi dimensioni del quadro, ma anche per le cattive condizioni in cui il dipinto versava». Distacchi della materia pittorica, una tela tagliata in più punti ed allentata sul telaio, un offuscamento della cromia causato dal deposito di nerofumo unito ad uno spesso strato di vernice rinvigorente e molte ridipinture alteranti: ecco come si presentava la Fuga in Egitto prima del restauro.
«Un intervento realizzato in modo innovativo - ha precisato Gasparotto - con uno sguardo verso le esperienze più recenti di lavori eseguiti in loco». Questa la novità: un percorso, quello per riportare il dipinto di Bernasconi al suo aspetto originale, svoltosi interamente dentro la chiesa, «grazie ad una speciale struttura che non solo ha permesso di mantenere la tela sempre in verticale, ma mi ha anche consentito di lavorare al quadro da solo», ha sottolineato Parazzi. «Ma l'operazione di recupero ha svelato anche un telaio originalissimo - ha aggiunto il restauratore - costruito appositamente per permettere un trasporto meno problematico della tela, che si poteva richiudere».
«Uno scrigno di tesori d'arte nascosto dietro un portale dalle linee essenziali», lo ha definito don Lusignani; a fargli eco anche Bianchi, che ha annunciato il rifacimento del tetto: «Ad essere restituito a Piacenza è un capolavoro pregiato, una parte dei cinquecento anni di storia che convivono nel nostro ospedale».

BETTY PARABOSCHI

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