Sabato 8 Marzo 2008 - Libertà
Daniele Ronda e la canzone d'autore
Il compositore piacentino canta i suoi brani e i grandi classici
Piacenza - La "canzone d'autore" non ha mai avuto vita semplice: osteggiata da melodici e "sanremisti" soprattutto negli anni della contestazione, ha ottenuto di recente inaspettato successo popolare e sempre più convinti riscontri critici. E non dimentichiamo in questo difficile campo l'apporto del compositore piacentino Daniele Ronda che in pochi anni ha mostrato tutto il naturale talento scrivendo brani per cantanti famosi apprezzati ovunque.
Ma Ronda è anche brillante cantautore ed affabile intrattenitore: l'altra sera all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano nel concerto Chanson d'amour, nell'ambito della rassegna musicale Douceurs de la Musique, ha proposto romantiche canzoni italiane in un'esecuzione sentita, sincera. Accompagnato da Fabio Casali (chitarra), Paolo Picutti (pianoforte e tastiere) e Dario Tanghetti (batteria e percussioni), ha delineato un percorso interessante, a tratti fortemente interiorizzato, nella musica leggera italiana più o meno recente, un mix dal sapore agrodolce per sottolineare il contenuto non solo poetico ma anche esistenziale di testi alcuni dei quali ormai storici nel contesto nazionale.
Inizio con Lascia che io sia che consacrò Nek re dell'estate 2005 con vittoria al Festivalbar, testo di Ronda ed altri, poi fra le tante la speranzosa Avrai di Baglioni e un capolavoro di Mia Martini, Almeno tu nell'universo, vero e proprio inno all'amore.
Con Baciami adesso ritorno all'attualità: è la canzone presentata dalla passionale Mietta all'ultimo Sanremo. Immancabile Lucio Battisti: Fiori rosa fiori di pesco e E penso a te non hanno perso nulla della loro originaria carica emotiva. Ed ancora un brano lanciato da Nek, Almeno stavolta sempre di Ronda, infine un grande successo del rocker emiliano Ligabue, Ho messo via, prima di Para ti seria, versione spagnola di Lascia che io sia.
In pochi motivi Ronda ha ricostruito origine ed evoluzione ma anche abbozzato prospettive future della canzone d'amore nostrana: negli anni '60 ancora legata alle suggestioni della tradizione francese, negli anni '70 impegnata sul piano politico e sociale mentre negli anni '80 permeata di rock. Ronda ed altri compositori dell'ultima generazione hanno dunque ribadito come sia possibile stemperare ed amalgamare le due anime - d'autore e di largo consumo - della canzone italiana allineandosi e proseguendo la lezione di brillanti colleghi degli anni '90 attenti alle ineffabili mutazioni interiori, alle avventure spirituali della parola cantata come riflesso di epocali cambiamenti storici, sociali e culturali.
Giovedì 13 marzo, ore 21, Grand dernier con l'Ottetto sugar sax, ultimo appuntamento del ciclo.
Fabio Bianchi