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Venerdì 7 Marzo 2008 - Libertà

«Con Genty la danza è teatro visuale»

Parla il ballerino della compagnia del grande artista, in stagione domenica la Municipale
Malebranche: le immagini portano avanti la narrazione

Piacenza - Nuovo e prestigioso appuntamento internazionale, nell'ambito della stagione di danza a cura del Teatro Gioco Vita e della Fondazione Toscanini: domenica alle 21 al Teatro Municipale andrà, infatti, in scena lo spettacolo La Fin des Terres proposto dalla compagnia del grande artista francese Philippe Genty.
Genty è conosciuto al pubblico internazionale per l'incanto che caratterizza i suoi lavori, per la volontà di fare del teatro un mezzo per esplorare l'interiorità, l'inconscio, il sogno attraverso la commistione di danza, mimo, arte circense, marionette. E' quindi molto atteso questo suo ultimo lavoro, nel quale è narrata la storia di un incontro tra un uomo e una donna esplorando la risonanza che questo evento ha nel loro mondo interiore. Il tutto porta alla nascita di una serie di personaggi enigmatici, a volte reali, che rivelano emozioni segrete e storie nascoste.
Uno spettacolo fatto, quindi, di suggestioni che vanno a colpire lo spettatore conducendolo in un mondo fantastico e irreale.
Uno spettacolo complesso, difficile da classificare nelle ordinarie categorie, perché fatto di sogni.
E' proprio un interprete della compagnia, Pierrik Malebranche, a spiegare come sia possibile definire il teatro di Genty.
«Amiamo definirci come un teatro visuale - dice il ballerino -, nel quale sono le immagini a portare avanti la narrazione. E' un termine ampio per comprendere un lavoro nel quale confluiscono la danza, le marionette, le arti visive, la recitazione, in una prospettiva che è un po' come quella di un pittore che, mischiando i suoi colori sula tavolozza, ottiene infiniti risultati cromatici».
L'attenzione verso l'universo interiore dell'uomo è un elemento ricorrente nei vostri spettacoli: come lo si ritrova in quest'ultimo lavoro?
«Lo spettacolo racconta il cammino interiore di un personaggio, ma anche l'incontro di questo personaggio con l'interiorità di una donna. Ciò significa che si vengono ad incontrare e a mischiare due mondi interiori; infatti quelli che sono i sentimenti, le paure, i fantasmi, i sogni di quest'uomo, si ritrovano anche nella testa della donna, dando luogo ad infinite associazioni mentali».
Per ottenere le irraggiungibili suggestioni dei vostri spettacoli, quanto dura e come si organizza il processo creativo?
«Philippe Genty aveva già scritto tutto lo spettacolo prima che noi cominciassimo a provarlo, mostrandoci anche attraverso il computer come avrebbe voluto ottenere determinate immagini, quindi abbiamo iniziato un lungo periodo di prova durato sei mesi. All'inizio Genty ci ha rivelato pochissime cose, facendoci improvvisare su ogni scena che aveva scritto dandoci solo il tema. Successivamente ha fatto una scelta fra ciò che lui aveva scritto e ciò che noi avevamo improvvisato e ha riscritto lo spettacolo. Malgrado tutte le improvvisazioni e le digressioni che noi abbiamo introdotto, lo spettacolo che noi vediamo oggi assomiglia veramente tanto alle immagini che lui ci aveva mostrato all'inizio».
Cosa deve aspettarsi un pubblico che non ha mai avuto l'occasione di vedere un vostro spettacolo?
«E' meglio che il pubblico non si aspetti nulla di particolare, perché Philippe preferisce sempre che gli spettatori non sappiano molto dello spettacolo; infatti il pubblico deve essere "colto alla sprovvista" e trasportare nello spettacolo i propri sogni e le proprie immagini, vivendo l'esperienza in modo diretto e personale. E' per questo che non amiamo dare troppe spiegazioni all'inizio, per far sì che ognuno colga il suo senso».
Un appuntamento, quindi, da non perdere che vedrà in scena una compagnia internazionale di altissimo livello capace di muoversi nel luogo del sogno attraverso infinite possibilità.

Arianna Belli

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